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Bimbo di un anno e mezzo muore sbranato dai cani di famiglia: indagata la madre

MASCALUCIA. Un bambino di un anno e mezzo è morto perché sarebbe stato azzannato da due cani a Mascalucia. Il piccolo si trovava a casa, in via Del Bosco, quando sarebbe stato preso a morsi dai due doghi argentini di proprietà della famiglia. Pare lo abbiano azzannato alla testa e il piccolo è spirato quasi subito. La madre avrebbe provato a salvarlo facendo scudo col suo corpo ma le ferite del piccolo erano troppo gravi e inutile è stato il trasporto in elisoccorso all'ospedale Cannizzaro di Catania. Adesso è nell'obitorio del nosocomio. Sul posto, oltre a un'ambulanza del 118 e l'elisoccorso, sono intervenuti la Polizia municipale e i carabinieri che si sono trovati di fronte una scena straziante.

Il vicesindaco Fabio Cantarella ha fatto sequestrare i due cani e ha confermato la notizia sul suo profilo Facebook: “Giorno tragico oggi per Mascalucia. Vi invito a pregare per il piccolo di poco più di un anno che non ce l’ha fatta e per la madre ferita nel tentativo di strapparlo ai loro cani inferociti. La tragedia è avvenuta all’interno della loro villetta, lungo la via Del Bosco. Lasciate che vi confidi solo una cosa: con tutta la fede che posso immaginare non riesco ad accettare che un bambino indifeso muoia così. O forse è la mia fede che non è abbastanza forte per comprendere”. I cani sono stati messi sotto tutela nel canile di Mascalucia: hanno tre e otto anni e sono regolarmente denunciati all'anagrafe canina e dotati di microchip. Il comandante dei vigili urbani di Mascalucia, Carmelo Zuccarello, li ha fatti catturare prima di affidarli all'Asp. L'inchiesta sulla tragedia è coordinata dal Pm della procura di Catania Fabio Aliotta che ha ordinato il sequestro della villa e l'autopsia sul corpo del bimbo.

Il padre è un operaio e al momento della tragedia era al lavoro. La famiglia pare si sia trasferita da poco a Mascalucia ed è originaria di San Giovanni la Punta. Abitano in periferia, in una villetta sulla strada che va a Nicolosi.

Pare che la madre stesse giocando con il figlio e i due cani nella piscina di plastica del giardino di casa. I molossi all'improvviso hanno aggredito il bimbo azzannandolo alla gola e all'addome. La mamma, una donna di 34 anni, ha tentato in tutti i modi di strappare il piccolo dalla furia dei due cani rimanendo anche ferita a un braccio. Quando è riuscita finalmente a rinchiuderli in casa e ha chiesto aiuto disperata ai vicini di casa il bimbo era ridotto a una maschera di sangue.

La donna, che è ancora in stato di choc, è stata medicata al braccio; le sue condizioni fortunatamente non sono gravi. Adesso è indagata per omicidio colposo. Gli inquirenti hanno accertato che il bimbo era solo al momento dell'aggressione e che solo dopo le grida di una vicina di casa la donna, che ha 34 anni, è intervenuta in soccorso del figlio. Il Procuratore di Catania Carmelo Zuccaro ha detto che si tratta di «un atto dovuto» per procedere all'autopsia del piccolo.

Il magistrato ha spiegato che l'iscrizione nel registro degli indagati è legata alla necessità di accertare o escludere eventuali comportamenti negligenti da parte della mamma del bimbo. Per eseguire l'autopsia è pertanto necessaria la nomina di un consulente di parte della donna.

La donna intanto si è avvalsa della facoltà di non rispondere. E' stata sentita in una caserma dei carabinieri che le hanno notificato l'avviso di garanzia che ipotizza il reato di omicidio colposo emesso dal procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, e dal sostituto Fabrizio Aliotta. Sotto choc non avrebbe avuto la forza di parlare. Era accompagnata dal suo legale di fiducia.

«La questione dei cani aggressivi e potenzialmente pericolosi per la salute dell'uomo deve essere affrontata una volta per tutte». Lo afferma il Codacons, dopo l'ultima tragedia registrata a Mascalucia, dove un bimbo di un anno è morto sbranato da due doghi argentini. Sono assolutamente indifferenti le dinamiche che hanno causato l'aggressione, perchè è indubbio che esistano razze di cani potenzialmente pericolosi per l'uomo - afferma il segretario nazionale Francesco Tanasi - Indipendentemente dall'educazione che si dà al proprio animale, è universalmente riconosciuto che esistono razze, come i pitbull o i rottweiler, che per le loro caratteristiche (potenza, robustezza, dentatura) possono provocare ferite letali in caso di morsicatura».

«Per tale motivo - prosegue Tanasi - da anni chiediamo un patentino obbligatorio per chi possiede cani particolarmente potenti e potenzialmente pericolosi. Il morso di un volpino, infatti, non causa certo le stesse ferite del morso di un rottweiler o di un dogo argentino. L'aver eliminato la lista delle 17 razze di cani a rischio introdotte dall'ex ministro Sirchia ha di fatto cancellato qualsiasi obbligo per i loro proprietari, con conseguenze negative sul fronte della sicurezza. Ci chiediamo quanti altri bambini debbano morire
prima che le istituzioni ci diano finalmente ascolto».

«I bambini non vanno mai lasciati da soli con cani di grossa taglia, soprattutto come quelli di questa razza, di 40-50 chili di peso, e selezionati per la caccia grossa, che hanno un forte istinto predatorio». A sottolinearlo il presidente dell'Osservatorio italiano cani
mordaci, Salvatore Montemurro che - interpellato dall'ANSA - rileva come «un bambino piccolo deve imparare a comunicare con
un cane e viceversa, in modo che il linguaggio sia compreso a vicenda».

L'esperto spiega che «non bisogna mai sottovalutare la potenziale pericolosità di un cane e che chi acquista un cane di una razza potente, prestante, ha necessità di essere seguito da addestratori professionisti per imparare a dialogare» con l'animale mentre «in Italia il padrone medio non è addestrato, e si verificano fraintendimenti».

Fra le ragioni che possono aver provocato l'aggressione, Montemurro cita una «mancanza di buona socializzazione da parte dei cani che non hanno ben accolto l'arrivo del bambino (di età minore) o non sono mai andati d'accordo col piccolo, oppure l'istinto predatorio perchè il bambino si è allontanato con una certa velocità o l'istinto di controllare il bambino». Essendo due i cani in questione, aggiunge «potrebbe essersi innescato l'atteggiamento del branco».

L'Osservatorio, ha detto ancora Montemurro, si è attivato affinchè attraverso una veterinaria, Leila Li Causi, della provincia di Agrigento, «venga accertata la razza dei cani, se corrisponda ai dati del microchip, la loro socialità e venga monitorato il loro futuro: spesso, infatti, vengono riaffidati ai padroni».

Nel rilevare che «l'aggressività del cane è soggettiva, che il danno può derivare anche da un tentativo di gioco» e quindi superando il concetto della «pericolosità della razza», Montemurro osserva che «manca una legislazione adeguata» e che occorrerebbe «professionalizzare allevatori e addestratori di queste razze istituendo anche un albo in modo che sappiano valutare l'adeguatezza e la preparazione dei futuri padroni ai quali dare una sorta di brevetto, un patentino».

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