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Teatro Stabile di Catania, Cgil: "Lavoratori in attesa di 3 mensilità"

CATANIA. «Lavoratori in attesa di tre mensilità, poca chiarezza rispetto ad un piano di rilancio, una stagione che stenta ad essere programmata e soprattutto nessuna seria e definitiva presa di posizione da parte dei soci del Teatro Stabile per il ripristino dei fondi il cui taglio ha messo in ginocchio un istituzione culturale di grande livello come lo Stabile». Lo affermano in una nota Cgil e Slc Cgil di Catania, sottolineando come da due mesi attendano «una convocazione sul caso Teatro Stabile che faccia il punto sulle urgenze: dal piano di rientro ad una più corretta organizzazione del lavoro e regolarizzazione degli stipendi».

«Dopo l'azzeramento del Cda e l'insediamento del Commissario - dicono i sindacati - si attendeva una accelerata rispetto alla gravosa
e difficile situazione" ed invece "si continua  ad assistere allo stesso film di qualche mese addietro".

"Abbiamo subito apprezzato - commentano Giacomo Rota e Davide Foti, rispettivamente segretario generale di Cgil e Slc Cgil etnee - la scelta della Regione di nominare un commissario che potesse ripristinare non solo le regole elementari di gestione, ma soprattutto quelle organizzative. Il leit motiv non cambia vuoi perchè i fondi regionali continuano ad essere tagliati ed insufficienti; e ciò accade anche a causa della poca lungimiranza dei soci di questo Ente".

Continuano ad essere  uniche vittime di questo infinito teatrino - continuano i due sindacalisti - le lavoratrici, i lavoratori e le loro famiglie affamate da continue e strumentali prese di posizioni politiche e burocratiche. Tutto ciò è causa  del mancato pagamento degli stipendi oramai arrivati a circa 3 mensilità. La misura è colma e bisogna passare da dichiarazioni giornalistiche a una vera e
propria concertazione sociale». I due sindacalisti chiedono che l'assessore regionale «intervenga in maniera seria e fattiva, partendo dal prossimo assestamento di bilancio ed eviti di elargire contributi a pioggia che alimentano solo iniziative di basso contenuto culturale».

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