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Dializzati dirottati da strutture pubbliche alle private: medici e imprenditori ai domiciliari

CATANIA. lTre imprenditori e due medici dei reparti di Nefrologia degli ospedali Garibaldi e Vittorio Emanuele di Catania avrebbero approfittato  del rapporto diretto instaurato con pazienti i dialisi e con  “pressioni psicologiche” li avrebbero indirizzati verso centri dialisi privati riconducibili al gruppo “Diaverum” o al centro dialisi “Le Ciminiere”.

Il ragioniere della prima società è anche un parente del boss latitante Matteo Messina Denaro. In esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Catania su richiesta di questa Direzione Distrettuale Antimafia, i finanzieri di Catania hanno arrestati i cinque medici e imprenditori accusati di associazione a delinquere  avendo  promosso, organizzato e gestito un vero e proprio sistema finalizzato al costante sviamento di pazienti dalle struttura sanitarie pubbliche a quelle private caratterizzato da un trattamento meramente “commerciale” delle persone dializzate e un progressivo e sensibile aumento dei flussi di spesa pubblica erogati per il rimborso delle prestazioni effettuate dai centri privati. Si tratta di tre imprenditori e due dirigenti medici: il procuratore speciale della Diaverum Italia srl per la Sicilia Francesco Messina, di 55 anni, Salvatore Guarino, di 65 anni e Carmelo Papa di 50 anni.

Gli indagati sono  agli arresti domiciliari e rispondono di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione  per azioni contrarie ai doveri di ufficio nel periodo tra il luglio del 2014 e l’aprile del 2015. Il giudice ha inoltre disposto, l’interrogatorio di garanzia, per la nomina di un commissario giudiziale per un anno a carico delle due società coinvolte nelle indagini. Il personale della pubblica sanità corrotto sia infermieri che medici, in aperto conflitto di interessi e pienamente consapevole di compiere atti contrari al proprio ufficio, sarebbe stato pagato dagli imprenditori corruttori con assunzioni clientelari dei propri familiari nonché stipendi, consulenze e bonus contrattuali artatamente “gonfiati” ed attribuiti a prestanome o parenti.

Al centro del circuito corruttivo vi erano le società Diaverum  e Le Ciminiere, i cui centri dialisi sono risultati i destinatari privilegiati dei pazienti dialitici così garantendosi, da un lato, l’erogazione di cospicui contributi pubblici, pari a circa 40.000 euro annui per paziente, ma anche l’acquisizione progressiva di quote di mercato tali da creare una posizione dominante nel settore dialitico privato della Sicilia orientale.

La Diaverum è  inserita in un gruppo internazionale  operativo in 20 nazioni, 9000 dipendenti, 29.000 pazienti in cura, volume d’affari oltre 580 milioni di euro si è avvalsa dell’opera dell’amministratore delegato fino al febbraio del 2016, Gianpaolo Barone Lumaga e del “Ragioniere”, procuratore speciale per la Sicilia, Francesco Messina Denaro , nato a Castelvetrano (TP) e parente  del boss latitante  Matteo Messina Denaro.

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