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Un "tesoro" di Verga torna alla luce: all'asta 300 lettere

Giovanni Verga

CATANIA. Un tesoro di autografi di Giovanni Verga è tornato alla luce in Francia: sono quasi 300 lettere, tutte inedite, indirizzate dal grande scrittore siciliano ai fratelli Pietro e Mario, alla mamma Caterina e al nipote Giovannino. Dalle missive emergono squarci sulla vita familiare del caposcuola del Verismo, tra problemi di salute e gestione finanziaria dei terreni di proprietà, ma anche e soprattutto annotazioni sulla vita mondana a Firenze e Milano, sui suoi capolavori come Mastro Don Gesualdo e I Malavoglia.

Le lettere provengono da una collezione privata francese, che li acquistò a suo tempo dall'erede dello scrittore, il nipote Giovannino Verga, e saranno battute all'asta da Christiès a Parigi lunedì 5 dicembre.

Tra esse oltre cento missive riguardanti la genesi, il successo e le vicende giudiziarie della Cavalleria rusticana nella causa che ne derivò con Mascagni per l'omonima opera lirica e una versione autografa della celeberrima novella Cavalleria rusticana realizzata a mò di sceneggiatura «per il cinematografo».

Ma Verga, in questo inedito gruppo di lettere, non si dedica solo alla Cavalleria rusticana «letteraria» e poi «musicale», ma anche alla versione teatrale da lui stesso scritta in 3 giorni per l'attrice Eleonora Duse, che la mise in scena con grande successo il 14 Gennaio 1884 al Teatro Carignano di Torino.

Numerose poi sono le missive in cui Giovanni Verga commenta la vicenda giudiziaria contro l'opera di Pietro Mascagni: «il libretto musicale dal Mascagni... una contraffazione e un plagio della nostra Cavalleria», scrive Verga il 26 Ottobre 1890 da Milano al fratello Mario.

«Tu spedisci immediatamente raccomandati all'Avv. Moise Amar, via Magenta 27 a Torino, i libretti della Cavalleria rusticana di Targioni-Tozzetti e del Giovanni Monleone», riferendosi anche ad un'altra versione musicale del Cavalleria andata in scena ad Amsterdam, Ginevra, Budapest e Costantinopoli per opere di un altro giovane compositore di nome Giovanni Monleone.

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