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Disabili, il sindaco di Giarre: "Non c'è un aumento sproporzionato"

GIARRE. «Dall’analisi delle domande pervenute non si evince assolutamente un aumento sproporzionato in quanto si è passati dalle iniziali 81 domande a 143, aumento dovuto al fatto che i soggetti potenzialmente beneficiari, in presenza di ulteriori delucidazioni emanate con le integrazioni alle linee guida, hanno ritenuto rispondenti alle proprie condizioni quanto stabilito dalla normativa, mentre prima, in mancanza di linee guida certe e chiare, si sono sentiti inibiti a richiedere un servizio, certamente loro spettante». Lo scrivono il sindaco di Giarre (Catania) Angelo D’Anna e l’Assessore comunale alla Famiglia e alle Politiche sociali Vincenza Rosano intervenendo in merito al presunto incremento esponenziale dei disabili gravi nel paese.

«A riprova di ciò - continuano D’Anna e Rosano - si cita il fatto che nel 2014 sono stati accettati 2 progetti; nel 2015, dopo l’integrazione delle linee guida, sono state accettati 50 progetti e nel 2016 ne sono stati accettati 72 e quindi la vera comparazione dovrebbe essere fatta a parità di parametri di concessione benefici cioè dal 2015 al 2016, che risulta vedere un incremento di beneficiari, tutti disabili gravi, solamente del 44% (50 nel 2015, 72 nel 2016)».

«Fatte le dovute chiarezze - sottolineano i due amministratori - ci rammarichiamo per l'immagine negativa che è stata fornita della città di Giarre e del Distretto ma soprattutto per le dichiarazioni fornite dal Presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta». D’Anna e Rosano infine esprimono un «ulteriore rammarico per il fatto che tale notizia abbia avuto un’importante risonanza nazionale, a nostro giudizio distorta ed eccessiva rispetto alla realtà dei fatti, e invece fino ad oggi nessuno abbia portato a conoscenza della comunità nazionale la condizione disastrosa dei nostri servizi ospedalieri in un comprensorio che in estate raggiunge oltre 120.000 residenti e che da due anni deve convivere senza più un Pronto Soccorso ed un ospedale di base previsti dalla normativa vigente, chiusi a seguito della riforma del sistema sanitario varato dalla Giunta Crocetta che vede un’intera comunità lottare a tutela del proprio diritto alla salute».

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