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Etna, ancora allerta dopo l'esplosione di ieri: voli limitati all'aeroporto di Catania

Etna, foto Pafumi

CATANIA. Un calo di energia nella notte e poi all'alba il ritorno al quadro eruttivo di ieri. Era sembrato placarsi l'Etna che invece è ancora attivo: la colata che emerge dalla bocca apertasi nel nuovo cratere di Sud-est è bene alimentata e il fronte più avanzato ha superato il Belvedere, dove ieri si è verificata l'esplosione freatica, nel contatto tra lava, che arriva a superare i 1.000 gradi centigradi, e la neve, che ha ferito una decina di persone in maniera non grave.

Il 'braccio' adesso si riversa nella desertica Valle del Bove, lontano da centri abitati. Dal cratere è presente un'attività stromboliana, con fontane di lava, boati e emissione di cenere. Quest'ultima la notte scorsa era cessata, ma è ripresa nuovamente e, in via precauzionale, è stato emesso un Vona Red, un allerta rosso, per gli spazi aerei: l'aeroporto di Catania al momento permette solo 5 atterraggi l'ora, mentre non ha limitazioni per i decolli.

Ieri, l'esplosione che ha ferito dei gruppi presenti sul Vulcano (guarda l'infografica che spiega cosa è successo): la colata che emerge dalla bocca apertasi nella base meridionale del nuovo cratere centrale dell'Etna e che avanza, lentamente, verso la desertica Valle del Bove, a quota 2.700 metri, ha un'improvvisa accelerazione e impatta, con i suoi oltre mille gradi centigradi, sulla neve che si stava sciogliendo: l'esplosione è immediata e violenta. "Freato-magmatica", la chiamano gli esperti dell'Ingv. Pietre incandescenti e lapilli volano nell'aria, mentre risuonano assordanti i boati del vulcano, e oggi una decina di persone è stata investita da questi materiali, nessuna in maniera grave: escoriazioni, lacerazioni e qualche trauma non grave.

Per la maggior parte si tratta di turisti tedeschi e inglesi, attratti dall'eruzione in corso; ma anche una guida dell'Etna, un vulcanologo dell'Ingv e una giornalista della Bbc, che doveva realizzare un servizio dal fronte lavico. Ed è lei, Rebecca Morelle, corrispondente scientifica per l'emittente britannica, lievemente ferita alla testa, la prima a ricostruire l'accaduto. "Bruciature, tagli ed escoriazioni - ha scritto sul suo profilo Twitter - corro via dalla montagna, mentre volano rocce, lapilli infuocati e vapore rovente. Non è un'esperienza che voglio ripetere". Per fortuna, sottolinea, "la troupe è ok" e "i soccorsi e le guide sono stati eccellenti".

Più lapidario il ricercatore dell'Ingv, Boris Behncke, che su Facebook scrive: "Violenta esplosione al contatto fra lava e neve sull'Etna. Alcuni feriti, io stesso ho ricevuto una piccola ferita in testa però sto assai bene e mi sto 'calando' una meritata birra!". E' il suo collega, Stefano Branca, a spiegare cos'è successo sull'Etna: "L'esplosione freatica si verifica quando il magma riscalda la terra provocando l'evaporazione quasi istantanea dell'acqua, con conseguente esplosione di vapore, acqua, cenere, roccia". Sull'Etna questo "è avvenuto sul fronte della colata lavica attiva a 2.700 metri di quota per il rapido scioglimento della neve". Una quota, compresa tra i 2.650 e i 2.800 metri della zona gialla, alla quale è possibile accedere soltanto accompagnati dalle guide dell'Etna. E uno di loro è il ferito più grave: è ricoverato nell'ospedale Cannizzaro di Catania con un trauma cranico, in codice giallo. Con lui ci sono tre tedeschi, due donne di 56 e 58 anni e un uomo di 60. Tre inglesi sono ricoverati ad Acireale. Altri si sono fatti medicare al Rifugio Sapienza, a quota 1.900, dove li hanno portati i soccorritori, che sono stati essenziali, spiega il sindaco di Nicolosi: "Grazie alla loro esperienza - osserva Nino Borzì - alla loro professionalità e alla tempestività con cui si sono mossi, subito tutti sono stati messi in sicurezza". Per il sindaco "questa esperienza conferma la necessità di rispettare al massimo il vulcano e di accedere alle zone sommitali soltanto con guide professioniste, perché - sottolinea - i divieti vanno fatti rispettare".

I soccorsi sono stati veloci: sul posto polizia di Stato, Guardia di Finanza, Corpo forestale, volontari, personale del 118 e anche dipendenti della funivia che hanno subito il danneggiamento di un gatto delle nevi. Si contano i danni e si tira un sospiro di sollievo: un'esplosione freatico-magmatica simile a quella che si è verificata oggi sull'Etna ha un precedente che risale al 16 dicembre 2002, quando un braccio lavico impattò con una cisterna d'acqua. La violenta deflagrazione che avvenne nella zona del Rifugio Sapienza, a quota 1.900, provocò 32 feriti, soprattutto ustionati, tre dei quali gravi. Nulla a che vedere con la drammatica esplosione, del 12 settembre del 1979, del "tappo" di lava che si era formato sulla "Bocca nuova", che provocò la morte di nove turisti e il ferimento di altri 23. L'esplosione è "captata" dal satellite Sentinel-2A dell'Agenzia spaziale europea: sembra una lingua di fuoco che infiamma l'Etna ammantato di neve 'blu'. Ma l'attività continua con l'emissione di cenere lavica, esplosioni e boati. Che impattano anche sull'operatività dell'aeroporto internazionale di Catania: per precauzione fino alle 9 di domattina ci saranno solo 5 atterraggi l'ora. In attesa che il vulcano decida di cambiare scenario.

Sono stati dimessi dall’ospedale di Acireale i due turisti inglesi, un uomo e una donna, che erano tra i feriti nell’esplosione freatica avvenuta ieri sull'Etna. Lui aveva un leggero trauma cranico e lei contusioni alla mano e alla colonna vertebrale. Sono rientrati in albergo, ringraziando medici e infermieri per l’assistenza ricevuta. L’esperienza vissuta non cambia il loro parere sulla Sicilia: «una terra meravigliosa, con gente calorosa e disponibile», hanno detto lasciando il nosocomio.

Il direttore sanitario dell’ospedale, Salvatore Scalia, ha spiegato che «le dimissioni sono state decise per lo stato di salute dei due pazienti, dopo che - ha sottolineato - gli esami eseguiti hanno confermato l’assenza di lesioni interne. Il quadro complessivo, tutto sommato, era tutt'altro che grave».

La donna era accompagnata da un cugino, rimasto illeso nell’esplosione, che ha ricostruito la paura vissuta sull'Etna: "Ero con altri turisti già sul pullman - ha ricostruito parlando con i medici - quando all’improvviso abbiamo sentito un violento boato. Ci siamo preoccupati per quelli che ancora non erano sul mezzo di trasporto». Sono «rimasti senza parole davanti alla pioggia di lapilli» che colpiva anche il loro pullman. «E - ha confessato il turista inglese - abbiamo avuto una grande paura e temuto il peggio per i nostri compagni di viaggio che erano fuori e per noi stessi».

Hanno lasciato l’ospedale Cannizzaro dove erano stati medicati ieri altri quattro dei feriti nell’esplosione dell’Etna. Una coppia tedesca che era sotto choc che è stata dimessa nella tarda serata di ieri. Una donna, anch’essa tedesca, che ha riportato una frattura al gomito, e un giovane di Zafferana Etnea, che è una delle guide dell’Etna rimaste ferite, con un trauma cranico, hanno invece firmato le dimissioni volontarie. La turista, con il braccio protetto da un tutore, ha preferito continuare il suo viaggio e il giovane tornare a casa. I due erano stati soccorsi dal personale di un elicottero del 118 e ricoverati con codice giallo.

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