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"Scalo a Catania della nave anti-migranti", protestano le associazioni

CATANIA. Il caso della nave "nera" che girerà nel Mediterraneo per impedire i salvataggi dei profughi da parte delle imbarcazioni delle ong scuote le associazioni che si occupano di accoglienza e diritti umani. E’ di oggi la protesta a Catania, corredata da una specifica richiesta al ministro dei Trasporti, per «impedire alla nave C-Star di "Generazione Identitaria" l’utilizzo delle infrastrutture portuali», prevista per domani.

Si tratta di una nave noleggiata da un movimento che si definisce apartitico ma utilizza toni che ricordano quelli dell’estrema destra. Il loro obiettivo è impedire gli sbarchi dei migranti in Europa e il nome scelto della campagna in mare è appunto 'Defend Europè. «Ci prefiggiamo di combattere l'immigrazione massiva e i dogmi del multiculturalismo e dell’integrazione» ripete nelle interviste rilanciate dai loro blog il leader del movimento Lorenzo Fiato. Quanto invece ai finanziamenti dell’operazione, afferma che tutto è sostenuto attraverso il crowdfunding, le raccolte fondi aperte a tutti.

E ora c'è chi vuole fermare loro. Una serie di associazioni chiede di non far attraccare al porto di Catania, dove il gruppo estremista è diretto, la nave, attesa già per domani, lunga 40 metri, battente bandiera dello stato africano di Gibuti ed indicata come «noleggiata dal gruppo dichiaratamente razzista e xenofobo 'Generazione Identitarià per respingere, attraverso azioni paramilitari, i migranti che tentano di attraversare il mar Mediterraneo, intralciando così i preziosi salvataggi delle ong delle navi umanitarie, sempre più criminalizzate».

Per le associazioni «la sosta nel porto di Catania sarebbe funzionale all’imbarco delle provviste necessarie alla 'missionè e all’imbarco di 'volontarì arruolati nell’operazione paramilitare». La nota è a firma di Rete Antirazzista Catanese, Comitato NoMuos/NoSigonella, Catania Bene Comune, Usb fed. Ct, Città Felice, La RagnaTela, Cobas Scuola-Ct, PRC- Ct, PCI fed.Ct, Briganti rugby Librino, la Librineria, Associazione mundis pacem, Open Mind lgbt, Femministorie, movimento Laikal, Collettivo Politico Experia, Comunità di Sant'Egidio, Arci Catania, ed è stata inviata anche al presidente della Regione Siciliana, al Prefetto, al Questore, al presidente dell’Autorità Portuale, al Comandante della Capitaneria di Porto ed al sindaco di Catania.

«Sarebbe infatti a nostro avviso assai grave - affermano le associazioni scese in campo - che si concedesse l’attracco e l’utilizzo delle infrastrutture pubbliche a organizzazioni che hanno l’intento di compiere azioni paramilitari nel Mar Mediterraneo, intercettando imbarcazioni di migranti e arrogandosi il diritto di intervenire consegnando i naufraghi alla guardia costiera libica e violando di fatto l’obbligo di legge che vuole l’accompagnamento verso il porto più sicuro, non certo quello libico».

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