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Iniezioni di bicarbonato per trattare un tumore: giovane catanese morto, medico condannato

CATANIA. Semplice bicarbonato per sconfiggere il cancro. Dosi somministrate per via arteriosa con le quali, assicurava, avrebbe debellato il male più aggressivo: un tumore al cervello. Una pratica che a detta di Tullio Simoncini, medico sospeso dall’ordine professionale, non avrebbe comportato alcun rischio e per la quale esigeva 20 mila euro, in contanti.

Per questa 'terapia' Luca Olivotto, 27 anni di Catania, nel 2012 è morto in una clinica di Tirana e oggi per Simoncini è arrivata la condanna a 5 anni e sei mesi per omicidio colposo ed esercizio abusivo della professione. Lo ha deciso il giudice monocratico di Roma che ha inflitto due anni di reclusione, per sola accusa di omicidio colposo, per Roberto Gandini, radiologo e collaboratore di Simoncini.

La vicenda risale ai sei anni fa quando, nel giugno del 2012, a Olivotto viene diagnosticato un tumore al cervello. La famiglia scopre, curiosando su internet, «il metodo Simoncini" secondo il quale il cancro è un fungo e sarebbe curabile attraverso la somministrazione, per via arteriosa, di una soluzione di bicarbonato. Il 14 ottobre, Luca arriva in Albania e viene ricoverato presso l'Universal Hospital Group di Tirana. Una struttura, a detta dell’ex medico (radiato dall’ordine nel 2006), modernissima ma che in realtà si trova in un palazzo abbandonato e solo parzialmente operativa.

Poco dopo l’inizio della terapia, resa possibile grazie all’inserimento di un catetere nell’arteria femorale da parte di Gandini, Luca si sente male e perde autonomia nelle sue funzioni principali. Una reazione alla «cura» che non fa desistere Simoncini che nei giorni successivi continua a somministrare il bicarbonato. Il 18 ottobre entra in coma. I genitori chiedono l'intervento di una ambulanza per trasferire il ragazzo in una struttura idonea. Tutto inutile: Olivotto muore durante il trasporto in ospedale.

La vicenda giudiziaria ha portato alla luce che quella somministrazione di bicarbonato gli è stata fatale. Secondo le perizie medico legali acquisite agli atti: «le manifestazioni cliniche cui andò incontro Olivotto sono riconducibili agli effetti sistemici prodottisi per effetto della somministrazione di bicarbonato di sodio, foriera di gravissima alcalosi metabolica e infine dell’exitus» .

Per gli avvocati Giovanna Zavota e Francesco Lauri, legali dei familiari di Luca «la sentenza di oggi ha messo un punto sulla dolorosa vicenda dando la speranza che simili pratiche, tanto prive di attendibilità scientifica quanto pericolose, possano cessare e di esistere e di provocare altre vittime».

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