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Processo "Araba fenice", Comune di Belpasso ammesso come parte civile

BELPASSO. Il Comune di Belpasso è stato l’unico soggetto ammesso come parte civile nell’ambito del processo «Araba Fenice», che nel giugno dello scorso anno portò all’arresto di 15 presunti appartenenti al gruppo di Belpasso, diramazione della famiglia di Cosa Nostra catanese Santapaola - Ercolano. Lo rende noto lo stesso Comune, aggiungendo che l’amministrazione è stato «l'unico soggetto ammesso come parte civile» e che «nessuna associazione antimafia o antiracket è stata ammessa a partecipare al giudizio».

«Questa è la seconda volta in due anni - ha spiegato il sindaco Carlo Caputo - che il Comune si costituisce e viene ammesso in un processo contro la mafia. Voglio sottolineare che azioni di questo genere in passato non erano mai state attuate da nessuna amministrazione, mentre noi abbiamo fatto una scelta precisa a tutela della dignità di questa città e del suo territorio, colpito negli anni dalla presenza malavitosa».

«Sono particolarmente soddisfatto - ha aggiunto Caputo - che la nostra richiesta di costituirci parte civile sia stata accolta perché questo vuol dire che viene riconosciuto un interesse dell’ente pubblico e simbolicamente di tutti i cittadini ad essere rappresentati e difesi nel processo. La legalità non è fatta di tante parole, ma si costruisce giorno dopo giorno, anche con azioni come queste».

La Giunta municipale aveva deliberato il 29 Giugno 2017 di dare incarico a un legale per chiedere la costituzione come parte civile dell’Ente nel procedimento, con l’obiettivo - si leggeva nel documento - di «difendere e tutelare così il buon nome, l’immagine e la volontà di riscatto morale del Comune, condannando ogni atto e comportamento di stampo malavitoso che arreca danno e pregiudizi alla collettività ed al territorio di Belpasso».

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