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Uccise e gettò il patrigno in un tombino a Pedara: condanna a 14 anni per il figliastro

I carabinieri insieme al reparto scientifico davanti alla casa di Domenico Citelli

Il gup del Tribunale per i minorenni di Catania, Alessandra Chierego, ha condannato a 14 anni di reclusione per omicidio volontario e occultamento di cadavere il figliastro 16enne per l’uccisione del patrigno Domenico Citelli, avvenuto a ottobre del 2017 a Pedara. Stessa pena per un amico 17enne dell’imputato, suo complice.

A uccidere l’uomo sarebbe stato il figlio della moglie della vittima, una romena che da tempo aveva lasciato la casa, con un colpo di fucile alla testa. Con l’amico avrebbe poi nascosto il cadavere, dopo averlo avvolto in un tappeto e legato con una corda, in un tombino che è stato trovato il 6 ottobre del 2017, quattro giorni dopo l’omicidio.

Il movente sarebbe da ricondurre ai continui scontri per la presunta indolenza del 16enne nel modo di affrontare la vita: poco studio e molti soldi spesi. Le indagini dei carabinieri hanno permesso di risalire ai due autori, con il 16enne che ha poi confessato chiamando in correo l'amico. Il gip ha ritenuto non sussistente l’aggravante dei motivi futili e abietti, ma ha ritenuto sussistere la premeditazione.

La pm Valeria Perri aveva chiesto la condanna dei due imputati a 21 anni di reclusione. I loro legali, gli avvocati Salvatore Cairone e Alessandrio Vecchio, hanno annunciato ricorso contro la sentenza.

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