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Uccisa dall'ex marito a Giarre, una fiaccolata per ricordare Sara Parisi

Sara Parisi, la donna uccisa dall'ex marito

La comunità di Giarre ricorda con una fiaccolata Sara Parisi, la donna uccisa dall'ex marito lo scorso 28 dicembre. Ad organizzare la manifestazione, che si svolgerà oggi pomeriggio alle 17,30, le volontarie che operano allo sportello antistalking e antiviolenza "Maria Rita Russo" di Giarre.

La fiaccolata partirà da viale delle Province, luogo in cui è avvenuto il femminicidio. Qui verrà deposta una corona di fiori. Le persone che parteciperanno si dirigeranno in piazza Duomo dove verranno lanciati anche dei palloncini.

“Il senso di una fiaccolata, silenziosa, per le vie cittadine vuol significare che la città - si lesse nella pagina Facebook dello sportello antistalking e antiviolenza Maria Rita Russo - in quanto comunità civile, è presente e non lascia soli i familiari nel dolore, che la città non è cieca e sorda relativamente ad un problema che genera centinaia di morti ogni anno. Vuole essere segno di una forte e decisa condanna della violenza. La manifestazione inoltre ha lo scopo di sensibilizzare la società civile e le Istituzioni preposte a non lasciare mai sole ed indifese le vittime di violenza”.

Le volontarie dello sportello ricordano la storia di Rosaria Parisi, da tutti conosciuta come Sara, uccisa dal suo ex marito. Una storia come quella di tante altre donne che subiscono dai loro uomini vessazioni sia fisiche che psicologiche.

"È stata uccisa dalla gelosia- ricordano le volontarie - Non era una tipica storia di maltrattamenti fisici o psicologici, quella di Sara. Non era la tipica storia di stalking. Era però una storia di possesso, di controllo, di gelosia, seppure ad intermittenza. Sara era già separata di fatto dal 2012 e, come aveva sempre fatto, continuava ad occuparsi amorevolmente dei figli e dei propri anziani genitori, lavorando per tutta la famiglia. Il marito però non si arrendeva alla fine della relazione e per tutto l’anno successivo aveva continuato a tormentarla, non riusciva ad accettare che lei potesse avere una vita senza di lui. Nel 2014, Sara sporgeva denuncia per ingiurie e minacce a seguito di un episodio per il quale il marito riporterà condanna solo nel 2018. In quel periodo l’ex marito poneva in essere una condotta persecutoria, seguendola, telefonandole, minacciandola di morte se mai avesse frequentato qualcuno, tanto da indurre Sara a sporgere querela. Forse per quella denuncia, forse per l’inizio del procedimento precedente, forse perché ormai si era avviata la separazione legale, l’uomo sembrava essersi rassegnato, non la seguiva più, non le telefonava più, non le rivolgeva nemmeno la parola o il saluto. L’ossessione dell’ex marito nel controllare Sara, dunque, negli ultimi tempi sembrava scomparsa ma in realtà era nascosta, sopita".

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