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Il terremoto sull'Etna, pianista cieco si mette in salvo da solo

La sua vicenda sembra quasi la sceneggiatura di un film. E’ la storia di Giovanni Caloria, 79 anni, non vedente dalla nascita, che la notte di Santo Stefano si è salvato da solo, riuscendo ad aprire la porta di casa a Pennisi, frazione di Acireale, durante il sisma di magnitudo 4.8 sull'Etna. E tre giorni fa i vigili del fuoco di Catania dalla sua abitazione, inagibile per i gravi danni riportati, hanno recuperato materiale per lui "preziosissimo": due pianoforte, libri e spartiti in Braille.

Giovanni Caloria, tre lauree, docente per oltre 30 anni di letteratura e filosofia in un liceo di Milano, da pensionato, è tornato nella sua natia Sicilia, alle falde del vulcano attivo più alto d’Europa, per coltivare la sua grande passione: la musica. Separato, ha una nuova compagna che vive a Modena. La notte tra il 25 e il 26 dicembre scorsi era in casa da solo.

«Ero sveglio - racconta - e ho sentito nettamente la prima scossa; mi sono spostato per uscire fuori, ma le porte non si aprivano. Ho dovuto spostare le serrature e alla fine sono riuscito a mettermi in salvo. Mentre camminavo ho sentito cadere
la credenza sul tavolo, piatti, vetri e oggetti per terra. Il terremoto nei rumori è come un bombardamento, il terremoto è guerra...».

Per lui oltre al danno della casa inagibile anche quello di essere rimasto separato, fino al 4 gennaio scorso, dai suoi "amori": i due pianoforti di casa, i suoi preziosi spartiti in Braille e i suoi libri. Tre giorni fa i vigili del fuoco di Catania e di Acireale hanno provveduto a "salvarli" e a portarli al sicuro. Adesso Giovanni Caloria e i suoi preziosi strumenti sono in una casa che ha trovato in affitto a Zafferana Etnea. Intanto è ospite di alcuni suoi cugini che lo hanno accudito con cura in attesa che la nuova abitazione venga completamente arredata. Il trasferimento definitivo è previsto a giorni.

L’anziano pensionato, che ha ripreso a suonare il suo amato pianoforte, sente «il dovere di ringraziare i vigili del fuoco
di Catania e di Acireale per la loro attenzione e professionalità» e promette loro un invito a cena «quando la mia casa sarà ricostruita». Perché lui non si arrende: «tornerò a casa», dice con convinto ottimismo. E invita le altre vittime
dei danni del terremoto di Santo Stefano sull'Etna a non arrendersi, a non abbattersi: «le persone devono avere coraggio
- afferma - la vita non si è fermata, è dura, ma la vita continua...».

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