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Catanese arrestato per apologia del terrorismo, così incitava a "fare pulizia": "Uccidete gli infedeli" 

Si chiama Giuseppe D'Ignoti, 32 anni, lo jihadista arrestato dalla polizia a Catania. L'uomo, dopo essersi convertito alla fede musulmana, si presentava sempre come originario del Marocco e si faceva chiamare Yussuf. Il 4 ottobre 2017 D'Ignoti era stato arrestato dalla polizia con l'accusa di riduzione in schiavitù, violenza sessuale continuata, sequestro di persona, maltrattamenti e lesioni personali gravissime commessi nei confronti della donna con cui aveva convissuto da aprile al 20 settembre 2017.

La sua ex compagna di nazionalità ucraina ha raccontato che spesso era costretta a non uscire di casa e a subire aggressioni, nel corso delle quali ha anche riportato lesioni gravissime, e a indossare il velo islamico, a pregare assieme all'uomo e a visionare vari video in cui erano riprese uccisioni commesse da uomini arabi in divisa nera e verde, di prigionieri occidentali, uccisi perché "infedeli".

L’indagine si è incentrata sull’acquisizione delle dichiarazioni di numerose persone italiane che hanno avuto contatti con D'Ignoti su WhatsApp. La polizia postale ha sequestrato il cellulare dell'uomo scoprendo che il trentaduenne fin dal 2016 ha cercato di fare proselitismo in varie chat, nascondendosi sotto lo pseudonimo di Ahamed e fingendosi di nazionalità egiziana.

Gli inquirenti hanno scoperto che il trentaduenne ha inviato numerosi video ed immagini ritraenti gesta delle milizie dell’Isis, scene cruente di uccisioni e decapitazioni. Ad alcuni inviava anche i cosiddetti Nasheed, ovvero i tipici canti che inneggiano all’Isis ed alla Jihad.

D'Ignoti incitava alla guerra santa, invitando ad uccidere gli infedeli e a conquistare l’Occidente. Intercettato, ha incitato a prendere un fucile o un coltello ed andare ad ammazzare qualcuno ovvero a: "Fare pulizia a Milano, in Calabria, etc...".

Dagli accertamenti tecnici la polizia postale di Catania è riuscita a recuperare file che D'Ignoti aveva inviato e poi cancellato che contenevano sempre inni, immagini e video in favore dello stato islamico. Tra questi è stato trovato quello di Giulia Sergio, detta Fatima, la prima ragazza italiana che ha aderito alla Jihad trasferendosi nel 2015 in Siria e che è stata condannata per terrorismo, un video di fustigazione delle donne sotto le leggi della Sharia.

Gli inquirenti hanno ricostruito quando e come fosse avvenuta la conversione religiosa islamica del trentaduenne. L'uomo era stato nel carcere di Caltagirone nel 2011 per scontare la pena di cinque anni per il reato di violenza sessuale. In particolare ad istruire e far convertire D'Ignoti è stato il cittadino marocchino Aziz Sarrah, poi rimpatriato nel 2017 dall’Italia poiché trovato in possesso di un vessillo dell’Isis.

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