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La droga affare esclusivo della mafia: blitz con 16 arresti nel Catanese

Colpo alla mafia in provincia di Catania. Sedici componenti della famiglia mafiosa Tomasello-Mazzaglia-Toscano sono stati arrestati all'alba in un blitz dei carabinieri del comando provinciale di Catania e della polizia.

Secondo gli inquirenti il clan catanese, oggi diretto dalle famiglie Amoroso e Monforte a Biancavilla, avrebbe gestito lo spaccio della droga in esclusiva.

Su delega della Direzione distrettuale antimafia etnea, è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di personaggi  ritenuti organici nel clan mafioso che opera a Biancavilla e legato alla famiglia mafiosa catanese Santapaola-Ercolano. Per tutti le accuse sono associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti ed al porto e alla detenzione illegale di armi.

L’operazione, denominata “Città blindata”, è l’esito di tre distinte attività investigative, poi confluite in un’unica richiesta cautelare.

I destinatari del provvedimento restrittivo emesso dal Gip di Catania, su richiesta della Dda della locale Procura, sono: Giuseppe Amoroso, 47 anni, Vito Amoroso, 52, Giovanni, Carciotto, 35, Tino Caruso, 41, Gregorio Gangi, 30, Alberto Gravagna, 34, Roberto Licari, 32, Andrea Monteforte, 27, Alfio Ambrogio Monteforte, 50, Alfio Muscia, 41, Vincenzo Panebianco 29, Riccardo Pelleriti, di 24, Placido Ricceri, di 33, Carmelo Vercoco, 46, Massimo Merlo, di 47, Marcello Merlo, di 59.

Gli arrestati sono stati trasferiti nel carcere di Catania-Bicocca, in attesa dell’interrogatorio di garanzia che si terrà nei prossimi giorni.

Le indagini sono partite dopo due fatti di sangue che si sono verificati a Biancavilla: l'omicidio il 13 gennaio 2014 del pregiudicato Agatino Bivona e, due giorni dopo, quello del giovanissimo Nicola Gioco, detto “u Picciriddu”, il quale, mentre si trovava a bordo della sua auto era stato raggiunto da alcuni sicari che l’avevano assassinato a colpi d’arma da fuoco.

"Si tratta di sforzi che servono a dare una percezione ai cittadini che vivono a Adrano, Paternò e Biancavilla. Il fatto che vi siano state delle attività in cui abbiamo potuto contare, anche se solo in parte, sulle denunce da parte di cittadini dimostra che vi e una crescente fiducia. Ma noi, che siamo abituati ad avere il polso della situazione, ci rendiamo conto che ancora le città non sono libere da questo fenomeno".

Lo ha detto il procuratore della Repubblica a Catania Carmelo Zuccaro, che ha aggiunto: "Queste città ne sono ancora fortemente condizionate - ha concluso Zuccaro - ma questo ci stimola ad andare avanti perché ci rendiamo conto che il nostro lavoro i risultati li consegue. Ovviamente non possiamo cantare vittoria perché ancora dobbiamo fare molto ma questa e una consapevolezza che nella nostra procura nelle forze di polizia è ben chiara".

"Lo Stato - ha concluso Zuccaro rivolgendosi agli abitanti di Adrano, Paternò e Biancavilla - non si dimentica di voi. Gli investigatori sono assolutamente attivi e pronti ad intervenire quando ovviamente vi è da parte loro la possibilità di fornirci delle prove che possono essere immediatamente spese".

 

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