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Bancarotta ed evasione a Catania, 9 arresti: ai domiciliari il padre del sindaco Pogliese

La guardia di finanza di Catania ha eseguito undici misure cautelari, nove arresti domiciliari e due provvedimenti interdittivi, emesse dal Gip su richiesta della Procura nei confronti di tre professionisti di un noto studio associato e sette imprenditori nell'ambito di un'inchiesta per associazione per delinquere, bancarotte e evasione fiscale.

Ai domiciliari anche Antonio Pogliese, padre del sindaco di Catania, Salvo. Professionista di successo ed esperto del settore della grande distribuzione. Antonio Pogliese ha uno dei più noti studi di economia e finanza della città. "Sono dispiaciuto e amareggiato per la vicenda giudiziaria che investe mio padre per la sua attività professionale, nota e apprezzata a Catania e in Sicilia", ha commentato il sindaco di Catania, Salvo Pogliese.

"Per antica tradizione familiare e culturale - aggiunge l'ex eurodeputato di Fi - ho sempre riposto la massima fiducia nella magistratura a cui è rimessa ogni valutazione sulle accuse mosse. Con altrettanta convinzione sono sicuro che mio padre, di cui ho sempre ammirato l'adamantina condotta di professionista e di genitore, saprà dimostrare la sua totale estraneità ai fatti che gli vengono contestati, riguardanti lo svolgimento di alcuni incarichi di consulenza dello studio professionale che - osserva Salvo Pogliese - dirige da cinquanta anni senza che alcuna ombra ne abbia offuscato l'operato. Mai"

Nell'ambito dell'operazione, denominata 'Pupi di pezza', domiciliari anche per alcuni suoi associati: Michele Catania, di 53 anni, Salvatore Pennisi, di 46. I tre, secondo l'accusa, "avvalendosi di Salvatore Virgillito, di 66 anni, liquidatore fiduciario dello studio, anch'egli agli arresti domiciliari - secondo gli inquirenti - costituivano un'associazione a delinquere, almeno dal 2013, dedita ad una serie indeterminata di condotte delittuose in materia societaria, fallimentare e fiscale".

Arresti domiciliari disposti dal Gip anche per gli imprenditori Antonino Grasso, di 54 anni, Giuseppe Andrea Grasso, di 51, Michele Grasso, di 58, Concetta Galifi, di 39, e Rosario Patti, di 79. Misura interdittiva ad esercitare il diritto d'impresa per un anno per Alfio Sciacca, di 67 anni, e Nunziata Conti, di 65. Le Fiamme gialle hanno anche eseguito un sequestro preventivo di 4 marchi registrati e 4 complessi aziendali per un valore complessivo di circa 11 milioni di euro.

Gli investigatori ritengono di avere scoperto "un collaudato sistema fraudolento in grado di garantire a diversi gruppi imprenditoriali la sottrazione al pagamento di un complessivo volume di imposte per oltre 220 milioni di euro e la contestuale elusione di procedure esecutive e concorsuali".

Lo studio non è oggetto di sequestro". Lo ha precisato il Procuratore della Repubblica a Catania Carmelo Zuccaro durante la conferenza stampa ha precisato che lo studio Pogliese non è oggetto di sequestro. "Lo studio Pogliese - hanno aggiunto dal canto loro gli investigatori - dalle indagini emerge come intermediario abilitato alla trasmissione delle dichiarazioni. Questo è il compito formale. Ci aspettiamo ovviamente di trovare dei compensi". "Le investigazioni in realtà evidenziano un contributo di consulenze - hanno aggiunto - che chiaramente non è pari all'incarico formale. Oltre a questo, tra gli altri incarichi formali vi sono attribuzione di incarichi in collegi sindacali, per i quali ovviamente ci sono dei compensi".

"Purtroppo, mi verrebbe da dire, siamo alle solite - ha detto il comandante provinciale della Guardia di Finanza di Catania Antonio Nicola Quintavalle Cecere -. Ancora questi sistemi illeciti che si perpetrano nel nostro territorio con grave danno per l'Erario, per i fornitori che vedono non pagate le proprie forniture. In un anno questo tipo di operazioni hanno portato a 33 misure cautelari e in un anno alla Guardia di finanza di Catania abbiamo ricostruito un debito verso l'Erario di oltre 300 milioni di euro nella nostra provincia con un meccanismo che si avvicina a questo".

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