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Mafia, bruciò un cantiere antiracket: arrestato per omicidio

Fermato Luciano Musumeci, 41 anni, nell'ambito delle indagini sull'uccisione del 2007 di Giambattista Motta. A svelare movente e esecutori del delitto sono stati diversi pentiti di Cosa nostra, tra cui il boss Santo La Causa

CATANIA. Agenti della squadra mobile di Catania hanno eseguito un'ordine di carcerazione per omicidio nei confronti di Luciano Musumeci, 41 anni, nell'ambito delle indagini sull'uccisione di Giambattista Motta, 44 anni, assassinato il 3 giugno del 2007 con diversi colpi di pistola nello storico rione San Cristoforo. A svelare movente e esecutori del delitto sono stati diversi pentiti di Cosa nostra, e in particolare il boss collaborante Santo La Causa.
Secondo l'accusa, Motta, affiliato alla cosca Mazzei, sarebbe stato assassinato nell'ambito di una faida tra clan rivali da Luciano Musumeci. Per il delitto erano indagati anche il boss Angelo Santapaola, ai tempi reggente dell'omonima 'famiglia', e il suo luogotenente Nicola Sedici, ma i cadaveri di quest'ultimi due furono trovati, il 30 settembre del 2007, carbonizzati nelle campagne di Ramacca, assassinati nell'ambito di una 'pulizia interna' a Cosa nostra.
Il provvedimento restrittivo a Musumeci è stato notificato in carcere dove l'uomo si trova detenuto per scontare una condanna, a 8 anni e 8 mesi di reclusione, per l'attentato compiuto nel 2007 al cantiere di Andrea Vecchio, poi diventato assessore regionale della giunta Lombardo, in via della Concordia a Catania, con le fiamme appiccate a un escavatore, per convincere l'imprenditore antiracket a pagare il "pizzo".

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