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Comune di Caltagirone, «debiti per 22,5 milioni»

Il sindaco illustra i conti. L’evasione delle tasse locali al 30%

CALTAGIRONE. Un disavanzo di 14 milioni, ai quali ci sono da aggiungereo 8,5 milioni di debiti fuori bilancio: è a tinte forti il quadro economico dipinto dal sindaco di Caltagirone, Nicola Bonanno, nel corso dell'ultimo Consiglio comunale. Adesso restano tre opzioni: dissesto, pre-dissesto o piano di risanamento. I tagli di Stato e Regione, i mutui contratti e l'esposizione debitoria verso alcuni enti stanno portando il Comune sull'orlo del baratro. Tra i debitori Kalat Ambiente (9 milioni), Enel (900 mila), la Cosiac (4 milioni). L'indice, dopo cinque mesi di governo ed il rendiconto della Ragioneria, è stato puntato su forniture di beni e servizi, spese legali per vecchie cause ed espropri. Ora l'amministrazione calatina - che ha registrato le dimissioni della dirigente del settore Programmazione Finanziaria Concetta Di Dio - si chiede come fare quadrare il bilancio. La Corte dei conti ha peraltro evidenziato come la percentuale di riscossione di alcune imposte sia troppo bassa. Dice il sindaco: "In materia di Tarsu occorre ridurre le sacche di evasione (30%), ed occorre elevare le percentuali di raccolta differenziata per ridurre gli oneri". Nel corso della seduta consiliare sono stati rinviati i punti relativi all'approvazione dei massimali Imu e Irpef. "Verranno riproposti - dice il sindaco - dopo avere avuto un quadro certo del rendiconto". I consiglieri di centrosinistra Fabio Roccuzzo, Franco Pace, Fortunato Parisi e Paolo Crispino: "Il rinvio dei punti è l'anticamera della scelta pro-dissesto, spettro che bisogna scongiurare perché graverebbe in maniera irrimediabile sulla città". Dalla maggioranza Roberto Gravina e Mario Marino stigmatizzano "la pesante eredità dell'ultimo ventennio amministrativo".

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