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Comune, debito di 22 milioni per un acquisto del 1989

"Adesso - spiega l'assessore al Bilancio, Roberto Bonaccorsi - o paghiamo nuovamente tutti gli immobili o li restituiamo. Ma le case sono abitate da 138 famiglie, e alcuni degli inquilini hanno riscattato l'appartamento, comprandolo ed è di loro proprietà"

CATANIA. Un debito fuori bilancio da 22 milioni di euro, maturato per acquisti di immobili da parte dell'Ente nel 1989, riconosciuto da un Tribunale, rischia di costringere il Comune di Catania a ricorrere alla norma che permette di attingere dal fondo di rotazione, sospendere i decreti ingiuntivi e pagare i creditori in cinque anni.     

La vicenda, riportata da un quotidiano, comincia nel 1989, quando il Comune compra 138 alloggi, 110 autorimesse, 65 cantine e 12 posti auto, nel rione Librino per fare fronte all'emergenza sfratto. Il Comune paga, in lire, l'equivalente di 5,8 milioni di euro, il 90% dell'importo complessivo, impegnandosi di versare il restante 10%, circa 650mila euro, nel 2004. Ma al momento del saldo l'Ente non paga e apre un contenzioso con l'impresa per il residuo, ma perde.     

Il Tribunale condanna il Comune non soltanto al risarcimento dei danni che per i 650mila euro non versati è di 5,2 milioni, ma ritiene il contratto di vendita insoluto, anche se solo del 10%, e dispone la restituzione di tutti gli immobili.    

«Adesso - spiega l'assessore al Bilancio, Roberto Bonaccorsi - o paghiamo nuovamente tutti gli immobili o li restituiamo. Ma le case sono abitate da 138 famiglie, e alcuni degli inquilini hanno riscattato l'appartamento, comprandolo ed è di loro proprietà. Quindi nel bilancio 2012 noi dobbiamo prevedere 22 milioni di ulteriori debiti tra quota del 10% da corrispondere e nuovo acquisto». Contro la sentenza esecutiva del Tribunale il Comune ha annunciato ricorso.

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