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Strage nel depuratore di Mineo, 5 condanne e 2 assoluzioni

Pene per 17 anni e sei mesi. Tra i condannati anche l'ex assessore ai Lavori pubblici e il responsabile dell’Ufficio tecnico

CATANIA. Diciassette anni e 6 mesi di carcere e due assoluzioni: è la sentenza del Tribunale di Caltagirone per l'incidente sul lavoro che l'11 giugno 2008, nel depuratore comunale di Mineo, provocò la morte di sei persone.

Condannati a due anni e 8 mesi ciascuno per la mancata manutenzione dell'impianto l'ex assessore ai Lavori pubblici Giuseppe Mirata, il responsabile Ufficio tecnico Marcello Zampino e l'addetto al depuratore Antonino Catalano; a quattro anni e due mesi per traffico illecito di rifiuti il titolare dell'omonima azienda di espurgo Salvatore Carfì e a tre anni e quattro mesi il capo cantiere Salvatore La Cognata.

Assolti l'ex sindaco di Mineo, Giuseppe Castania, e il responsabile del servizio di prevenzione, Giuseppe Virzì.

Il Tribunale ha disposto il risarcimento delle parti civili da stabilire in altra sede, con una provvisionale compresa tra i 5 e i 45 mila euro per i familiari delle vittime e un rimborso
per spese legali per il Comune di Mineo e l'Inail, oltre al sequestro dell'autobotte che era impegnata nel servizio di espurgo. La ditta Carfì è stata condannata come società al versamento in solido di 100 quote, per un valore di 100 euro ciascuna e all'incompatibilità a contrarre rapporti con altri enti pubblici per un anno.

Nell'incidente del depuratore di Mineo, a causa delle esalazioni tossiche in una fase di pulitura, persero la vita sei persone: i dipendenti comunali Salvatore Pulici, Giuseppe Palermo, Natale Sofia, Giuseppe Zaccaria, ma anche due operai della società Carfì, ovvero Salvatore Tumino e Giuseppe Smecca.

Secondo la Procura di Caltagirone, che aveva chiesto condanne per tutti e 7 gli imputati per complessivi 28 anni e quattro mesi di reclusione, il decesso era collegato a delle concause: la manutenzione del depuratore e lo sversamento di materiale tossico che avrebbero prodotto le esalazioni mortali. Il Tribunale non ha condiviso in pieno questa tesi, ritenendo che non ci sia stato alcuno sversamento nel depuratore e che la tragedia sarebbe da collegare soltanto alla manutenzione e alla prevenzione da eseguire nell'impianto.

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