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I benzinai incrociano le braccia «Negate le norme del settore»

Distributori chiusi mercoledì e giovedì. In Sicilia perso il 40% del fatturato in un anno

CATANIA. Incroceranno le braccia i gestori etnei delle pompe di benzina che hanno deciso di aderire allo sciopero nazionale indetto da Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio in programma sulla rete ordinaria e autostradale il 12 e il 13 dicembre. Secondo le stime di Confesercenti, in Sicilia, come nel resto d'Italia, nell'ultimo anno si è registrata una perdita del 30-40% del fatturato.
Il prezzo della benzina aumenta e l'acquisto di carburante diminuisce. Una situazione a cui gli «addetti ai lavori» rispondono con un secco dissenso e una protesta che si protrae per due giorni. Conseguenze e disagi sono immaginabili.
I distributori rimarranno, quindi, chiusi dalle 19 dell'11 dicembre alle 7 del 14 dicembre (rete ordinaria) e dalle ore 22 dell'11 alle ore 22 del 13 dicembre (rete autostradale) per denunciare «la drammatica crisi strutturale che ha colpito duramente migliaia di piccole imprese che, malgrado questo, continuano a garantire il capillare servizio di rifornimento essenziale per l'intero Paese e per la mobilità dei cittadini» si legge in una nota Confesercenti.
«La protesta è conseguenza diretta del comportamento dell'industria petrolifera che continua a negare anche il più elementare rispetto delle norme di settore - spiegano i rappresentanti provinciali delle organizzazioni di categoria che hanno convocato una conferenza stampa che si terrà oggi nella sede di Confesercenti Catania - A questo si aggiungono il calo dei consumi da parte degli italiani e le accise che gravano sui costi della benzina».
Alla conferenza parteciperanno il presidente di Faib Autostrade, Antonino Lucchesi, il presidente di Confesercenti Catania, Enza Lombardo e il direttore di Confesercenti Catania, Salvatore Politino.

AL.BO.

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