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Stretta sui precari, l’Ugl protesta

Scese da 36 a 24 le ore lavorative settimanali. Di conseguenza, la riduzione mensile dello stipendio in busta paga si aggira sui trecento euro

CATANIA. Dopo Cgil e Cisl, anche il sindacato Ugl contesta il provvedimento della Giunta del Comune di Catania che, alla vigilia di Capodanno, nell’ambito del Piano di risanamento ha sì, rinnovato il contratto a 179 lavoratori precari dei progetti PUC (Pubblica utilità collettiva) per quattro mesi (fino al 30 aprile), riducendo però il monte orario (da 36 ore passa a 24) e dunque il salario: in busta paga, si calcola, figureranno circa 300 euro in meno per ogni lavoratore. Un’esigenza, quella di ridurre il monte orario al personale a tempo determinato, che, spiegano da Palazzo degli Elefanti, “è stata condizionata dal fondo di rotazione per il riequilibrio finanziario del Comune che impone la riduzione del 50% della spesa per il personale a tempo determinato”. In questo caso ci si è fermati al 30%. Ma i sindacati non ci stanno e chiedono garanzie sia sul destino occupazionale dei lavoratori sia sul futuro dei servizi a migliaia di cittadini. La Cisl, in particolare, con Daniela Volpato (segretario nazionale Funzione Pubblica e responsabile federazione etnea), polemizza sulla “mancata apertura di un confronto, così come previsto dalla determina del sindaco sulla riorganizzazione dell’amministrazione, finalizzato, ai sensi della spending review, a revisionare e ottimizzare la spesa senza ridurre i servizi ai cittadini”. La Volpato sollecita l’avvio di un “confronto permanente per costruire proposte e percorsi condivisi”. La Ugl tramite il segretario Viglianesi suggerisce di “razionalizzare iniziando da consulenti e assessori fantasma”. L’Amministrazione, dal canto suo, lascia aperto uno spiraglio e ipotizza eventuali “future estensioni della prestazione oraria del personale PUC subordinata all’approvazione da parte dei competenti organi ministeriali e contabili”.

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