CATANIA. Tutte le presenze di firma e di voto dei consiglieri, nonché il numero degli interventi, dovrebbero essere periodicamente pubblicati sul sito del Comune". Francesco Navarria, esponente della Lista Crocetta-Il Megafono a Palazzo degli Elefanti, sollecita i dati sulla "produttività" dei componenti dell'Aula, fino a mercoledì bloccata dalla mancanza cronica di numero legale. Ieri sera, invece, il "miracolo" con la partecipazione di 23 consiglieri su 45 all'assemblea che hanno consentito lo scorrimento dell'ordine dei lavori dopo una lunga paralisi denunciata dal capogruppo de "La Destra" Manfredi Zammataro: "Tutto questo è inaccettabile, se si pensa che ogni seduta di consiglio comunale costa alla collettività circa 7 mila euro. Il presidente Marco Consoli dia seguito alla nostra proposta sulla trasparenza, così i catanesu potranno conoscere chi rappresenta gli interessi della città e chi, invece, quelli personali".
Poltrone vuote, ma anche "presenti non votanti": nei giorni scorsi s'è ripetuta la scena di un Consiglio in panne, inceppatosi sull'approvazione di un misero verbale di seduta che è "passato" solo ieri. Almeno stavolta, comunque, s'è trattato di un espediente tecnico per rallentare l'esame di ben altri punti in scadenza: il Piano di risanamento finanziario e il "dimagrimento" delle (costose) Municipalità. "La mancanza del numero legale in quest'ultima settimana - sottolinea Navarria - ha una motivazione più chiaramente politica e cioè il fallimento dell'azione di Stancanelli". Al di là delle polemiche sulle due controverse proposte di Giunta, comunque, resta la singolare eccezione di un Consiglio che diffonde il solo dato sulle presenze - "quello di chi firma e va via è un malcostume tipico", aveva esclamato mercoledì il capogruppo del Pd Saro D'Agata - mentre le altre istituzioni politiche, ad esempio i "vicini" di Palazzo Minoriti, pubblicano ormai sistematicamente numeri e percentuali di attività dei singoli eletti. Navarria chiede che altrettanto avvenga in Comune: "Simili iniziative - scrive - consentirebbero di poter distinguere chi lavora e chi rovina la reputazione degli altri non facendo nulla".