CATANIA. Domenico Bonaccorsi di Reburdone è stato confermato alla presidenza di Confindustria Catania con il 98,5 % dei voti. È stato rieletto da una assemblea privata dell'associazione che ha anche eletto vicepresidenti Antonello Biriaco (vicario), Leone La Ferla, Giuseppe Galizia, Walter Finocchiaro, Silvio Ontario, Franco Pitanza (tesoriere). La conferma di Bonaccorsi alla guida degli industriali etnei per un altro biennio è giunta dopo la designazione della Giunta, che lo scorso 11 gennaio lo aveva indicato quale candidato unico alla presidenza con il 100% delle preferenze. «Abbiamo lavorato sodo, lontano dai riflettori - ha detto alla platea - ma vicini alle vere esigenze delle imprese, rispettando due ferme linee di condotta: la concordia al nostro interno; la scelta di una metodologia del "fare", piuttosto che dell'apparire, per dare soluzioni concrete ai mille problemi delle imprese, fuori da ogni clamore mediatico». Nella relazione del presidente spazio anche ai dati economici con un focus sull'occupazione e su "nodi" dello sviluppo. «Sono burocrazia e fisco - ha detto - i principali nodi che preoccupano in questo momento le imprese. L'aspetto più odioso della forte pressione fiscale che opprime cittadini e imprese è la sensazione che tanti sacrifici non servano a nulla. Abbiamo la convizione che sia stato superato il livello di guardia». Bonaccorsi ha rivolto un appello alle forze politiche in campo alle prossime elezioni affinchè il "Progetto di Confindustria per l'Italia" per rilanciare l'economia, presentato all'assemblea diventi la linea guida dello sviluppo: «Non è un libro dei sogni - ha osservato - ma un'articolata proposta elaborata con quell'impegno che da 103 anni ci colloca ai primi posti nella graduatoria della fiducia degli italiani».
Confindustria Catania, Bonaccorsi confermato presidente
E' stato rieletto con il 98,5 per cento dei voti. «Abbiamo lavorato sodo, lontano dai riflettori - ha detto alla platea - ma vicini alle vere esigenze delle imprese, rispettando due ferme linee di condotta: la concordia al nostro interno; la scelta di una metodologia del "fare", piuttosto che dell'apparire, per dare soluzioni concrete ai mille problemi delle imprese, fuori da ogni clamore mediatico»
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