CATANIA. «Le elezioni primarie per selezionare le candidature dei sindaci, a Catania, servono a tutti: ai cittadini, ai candidati, ai partiti. E sono necessarie per entrambi gli schieramenti».
È un passaggio del documento della Segreteria territoriale Uil, guidata da Angelo Mattone e composta da Salvo Bonaventura, Francesco De Martino, Cesira Ieni, Saro Laurini, Nino Marino, Fortunato Parisi e Stefano Passarello. «In vista delle prossime elezioni per il Consiglio comunale e il sindaco di Catania – scrive la Uil – le forze politiche, anche se momentaneamente concentrate sul risultato delle elezioni nazionali, hanno già da tempo messo in campo nomi e progetti per la città etnea. Tuttavia, tanto nel centro-sinistra quanto nel centro-destra, risulta innanzitutto fondamentale recuperare il rapporto fra politica e cittadini ormai del tutto compromesso, ratificato con forza dall’alto astensionismo dell’ultima tornata elettorale regionale. In questo senso le primarie, nelle grandi aree metropolitane, rappresentano un’eccezionale strumento di partecipazione popolare in grado di svecchiare i tradizionali giochi di potere fra le segreterie di partito.
Le elezioni primarie per selezionare le candidature dei sindaci, a Catania, servono a tutti: ai cittadini, ai candidati, ai partiti. Come infatti dimostrano i recenti casi di altre importanti città d’Italia, le primarie, se vissute come parte di un percorso di inclusione delle forze vive della società, possono innescare meccanismi di un vero e profondo rinnovamento».
«A Catania — continua la Segreteria Uil — le primarie sono necessarie per entrambi gli schieramenti: nel centro-destra, oltre alla candidatura del sindaco uscente, sarebbe auspicabile almeno un altro nome di punta che possa vivacizzarne gli orizzonti e dialetticamente contribuire alla costruzione di una nuova destra esemplata sui modelli europei. Sull’altro fronte, invece, il dibattito sulle primarie non può e non deve limitarsi alla sola area rappresentata dai possibili candidati del Pd, seppur prestigiosi e di indubbio spessore come il sen. Enzo Bianco e il deputato Giuseppe Berretta. Altri autorevoli nomi, infatti, si sono di recente affacciati nell’agone della competizione come il magistrato Marisa Acagnino, portatrice di mondi e di esperienze in grado di apportare un’enorme contributo alla città, ma che finora sono rimasti immeritatamente ai margini della scena politica.
Escludere a priori dalla competizione preliminare altri possibili competitor sarebbe l’ennesimo errore macroscopico che la politica non deve commettere. Il rischio è quello di scollare totalmente le istituzioni dalla società e dai cittadini, negarsi in anticipo la possibilità di riconnettere l’insieme delle forze vive e produttive che, dalle periferie al centro storico, sono la vera ossatura sulla quale la città si regge». La Uil conclude: «Alla luce del nuovo assetto politico venutosi a determinare con le elezioni regionali, che comprende oltre al Pd anche l’Udc e il movimento del Megafono di Crocetta, che ha fatto registrare un vero e proprio cambio di marcia per la politica regionale, nessuno può pensare di imporre arbitrariamente la propria volontà senza considerare le altre forze in campo. Il rinnovamento della classe dirigente di Catania passa anche attraverso il confronto e la messa in discussione dei personalismi politici. La città, che da troppo tempo soffre e arranca, ha bisogno di scelte coraggiose e condivise che la tirino fuori da baratro nel quale sembra essere sprofondata. La UIL Catania, dunque, dice sì alle primarie ma solo se fuori dalle logiche di potere al fine di mettere al centro il futuro e il destino di questa città».
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