Catania

Venerdì 29 Novembre 2024

Due ergastoli per il delitto Arcoria

ADRANO. Ergastolo con un anno di isolamento per Vincenzo Scafidi e Nunzio Lo Cicero, i due accusati del delitto dell’imprenditore Carmelo Arcoria di Adrano, carbonizzato nella sua auto il 15 dicembre 2010. I resti del corpo furono trovati all'interno della sua Mercedes, data alle fiamme, nei pressi dei Ponte dei Saraceni, lungo la Provinciale 94, dopo che l'imprenditore adranita era freddato con alcuni colpi di pistola, di cui uno in fronte. Per fare in fretta, la vettura venne imbottita di pneumatici prima di darle fuoco. Per giungere alla identificazione dei resti del cadavere fu necessario fare una comparazione di Dna.
La Corte d'assise presieduta da Luigi Russo ha accolto le richieste dai pm Pasquale Pacifico e Laura Garufi. I giudici hanno stabilito anche una provvisionale di 50 mila euro a favore della famiglia dell’imprenditore assassinato (madre e moglie), che si sono costituiti parte civile nel processo.
Vincenzo Scafidi e Nunzio Lo Cicero per questo delitto furono arrestati il 20 maggio 2011 dalla Squadra mobile e dagli agenti del Commissariato di Adrano. Il primo, a quanto pare fece un errore madornale: raccontò tutto a suo cognato Giuseppe Santangelo, indagato nell'ambito di un'inchiesta antimafia non sapendo che era «monitorato» dalla Dda. Proprio l'intercettazione telefonica, dove Scafidi descrive con dovizia di particolari il modo in cui Carmelo Arcoria viene ucciso e si vanta elogiando se stesso per il piano criminale, fanno scattare le manette ai due.
A sentire Vincenzo Scafidi il conenuto dell’intercettazione con il cognato era frutto delle rivelazioni riferitegli dal padre della vittima. Una circostanza che le indagini e adesso la sentenza hanno palesemente disatteso, in quanto ritenuta inverosimile.
Vincenzo Scafidi e Nunzio Lo Cicero erano accusati di avere ucciso Carmelo Arcoria per non pagare un debito di cinquemila euro.

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