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Dopo 25 anni Pistorio dice basta: «La politica non è per sempre»

Nessun rimpianto per l’esclusione dal Parlamento: «D’Alia ha fatto la sua scelta»

CATANIA. «Mi ritiro». Venticinque anni dopo la sua «prima volta» in politica con l'ingresso a Palazzo degli Elefanti, tappa d'esordio di una carriera culminata con l'elezione al Senato nel 2008, Giovanni Pistorio annuncia di voler lasciare: «La passione resta, è finito l'impegno diretto», esclama. Magari, ci ripenserà. Intanto, però, non tornerà in Parlamento perchè il leader regionale Udc Giampiero D'Alia, capolista eletto alla Camera nei due collegi isolani, ha deciso di fare spazio a Ferdinando Adornato — secondo in Sicilia occidentale — piuttosto che al catanese, numero due nella circoscrizione orientale.
Giovanni Pistorio, che s'era dimesso da segretario regionale Mpa per aderire alla «casa dei moderati», non mostra risentimento: «Io sono nell'Udc da un paio di mesi, Ferdinando Adornato fa parte del gruppo dirigente nazionale da anni. Quella decisione è assolutamente legittima, comprensibile. Con me avrebbero privilegiato il radicamento nel territorio, ma non ho certo nulla da dire sull'opzione a favore di Adornato». Nessuno strappo in vista, nessun ripensamento: «Non sono assolutamente pentito di avere aderito all’Udc. Mi hanno accolto benissimo, inserendomi al secondo posto nella lista per la Camera dei Deputati con una forte aspettativa di successo. Abbiamo, però, subito una grande sconfitta elettorale passando dal 5,6 all' 1,8 in ambito nazionale, in Sicilia dall'11,5 delle Regionali al 3 per cento delle Politiche. Non sono l'unico, siamo rimasti fuori in tanti. La gente ha espresso voglia di cambiamento».
L'ex Ragazzo Scudocrociato — «sempre, orgogliosamente, democristiano» — si consola: «Adesso, avrò più tempo per i miei figli e le mie passioni. Ad esempio, il calcio e il cinema. La politica non è per tutta la vita».
Poi, aggiunge riflessivo: «Nel '92, tutto cambiò lasciando spazio alla cosiddetta Seconda Repubblica che s'è rivelata un disastro. Spero adesso non vada peggio. Proviamo! Temo, però, che stia per concludersi la stagione della democrazia rappresentativa. Non mi convince la democrazia diretta, quella fatta su web. Non c'è bisogno di citare Orwell (il romanziere autore di "1984" e "La fattoria degli animali", ndr) per evidenziare come esista il rischio di una nuova e più sottile forma di totalitarismo culturale». Lo «tsunami Cinque Stelle», evidentemente, non piace a Giovanni Pistorio che per Palazzo degli Elefanti preferisce l'usato sicuro al nuovo che avanza: «Conosco da tempo Enzo Bianco e Raffaele Stancanelli, mi fa piacere che ancora abbiano voglia di impegnarsi e non ho alcuna intenzione di invitarli a ritirarsi, come invece ho fatto io. Sono amico di Stancanelli, rispetto Bianco. Certo, non voterò per il candidato grillino (Lidia Adorno, ndr). Io, comunque, sono residente a Battiati». Le Comunali, però, non le seguirà in pantofole, seduto davanti alla Tv: «Aiuterò i miei amici. E se loro decideranno di stare nell'Udc, io sosterrò l'Udc».  

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