CATANIA. Comincerà domani, davanti alla Corte d'assise di Catania, il processo per omicidio e
soppressione di cadavere a Salvatore Di Grazia, il 76enne, accusato di avere ucciso la moglie, Mariella Cimò, 72 anni, al culmine di una lite per motivi economici e passionali, facendo poi sparire il corpo. Il procuratore capo Giovanni Salvi e il sostituto Angelo Busacca ne avevano chiesto il giudizio immediato.
La donna è scomparsa dall'abitazione della coppia il 25 agosto del 2011, ma la denuncia è stata presentata dal marito il 5 settembre successivo. I due erano sposati da 43 anni, ma negli ultimi periodi c'erano stati dei contrasti tra marito e moglie, in particolare sulla gestione di un autolavaggio self service per autovetture di Aci Sant'Antonio, di proprietà della Cimò e nel quale lavorava il Di Grazia. La donna lo voleva vendere, mentre il marito era assolutamente contrario, anche perché, sostengono gli investigatori, "utilizzava gli uffici per incontri legati a relazioni extraconiugali".