CATANIA. Nel centrodestra, tutti per Stancanelli. Manca solo l’annuncio ufficiale. Il “sindaco-candidato” ha riconquistato le grazie di Mpa, dopo un (vivace) chiarimento con Antonio Scavone, e quelle dei “firrarelliani” del Pdl. Si chiude, quindi, una stagione preelettorale di sussurri e grida, dominata dalla febbrile – e spesso poco convinta – circolazione di “nomi alternativi” per la corsa a Palazzo degli Elefanti: da Ida Nicotra a Nuccio Condorelli, da Salvo Pogliese a Guglielmo Scammacca della Bruca.
Cercando il “bis”, quindi, Raffaele Stancanelli si ripresenterà alla guida della coalizione – manca solo l’Udc – che nel 2008 lo propose quasi per caso e “in zona Cesarini” alla carica di primo cittadino. Lui, infatti, avrebbe dovuto concorrere per la Presidenza della Provincia, ma il veto di Raffaele Lombardo sul nome di Giuseppe Castiglione impose quel “cambio in corsa” autorevolmente suggerito da Ignazio La Russa.
Adesso, risolto il tormentone sull’aspirante primo cittadino, i partiti possono dedicarsi alla formazione delle liste per il Consiglio comunale, mentre si definiscono i destini di chi – come il finiano Puccio La Rosa o l’appena defenestrato presidente Asec Nuccio Lombardo, uscito da Mpa – aveva giurato: “Mai con Stancanelli”. Il vicepresidente dell’Aula di Palazzo degli Elefanti non ha mai nascosto di “vedere di buon occhio” il tentativo di Enzo Bianco, mentre Nuccio Lombardo conferma di essere pronto a scommettersi con una delle civiche dell’ex senatore Pd: “Primavera per Catania” e “Patto per Catania”. Bianco, dunque, fa breccia in casa altrui ma non ha sciolto tutti i nodi del centrosinistra. L’Udc, malgrado “l’impegno solenne” del segretario regionale Giampiero D’Alia, rivendica autonomia locale. Il neocommissario Salvo Di Salvo, fedelissimo di Lino Leanza, ha affermato: “Queste scelte si prendono a Catania”. Il partito, però, non ha ancora deciso.
Restano, invece, le distanze con il “demoriformista” Marco Forzese che nei giorni scorsi aveva polemicamente sfogato la propria delusione per il “mancato confronto” nella coalizione e la “scarsa comprensione” per la sua rinuncia a favore dell’esponente Pd. Nessuna replica da Enzo Bianco, né chiarimenti. Il presidente della commissione Affari istituzionali dell’Ars commenta: “Finora, mai una riunione. Mi hanno detto di non fare la mia lista per il Consiglio per puntare su quelle di Bianco, ma non se ne sa nulla. Sarebbe giusto, poi, sapere chi sono gli assessori. Io non chiedo nulla, però mi venne detto che sarei stato in cabina di regia in questa campagna elettorale”.
“Per me, lui è sempre il miglior candidato ma temo un eccesso di sicurezza che già gli fu fatale nel 2005. Ne parlerò con Beppe Lumia (parlamentare del Megafono, ndr). Fu, d’altronde, proprio Lumia a chiedermi di fare un passo indietro”.
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