Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Il vento caldo delle sfide elettorali

Caserta attacca Bianco per il comizio con Crocetta in piazza Bellini, Licandro «sperona» Stancanelli sui bilanci del Comune

CATANIA. Tutti contro tutti. La campagna elettorale è davvero alle battute finali, a due settimane ormai dal voto cittadino. Caserta attacca Bianco. Licandro «sperona» Stancanelli.
Il primo affondo della giornata di ieri è venuto dall’economista, candidato sindaco di una lista civica: «Come i conquistatori che annientano una città e poi vanno a calpestare in segno di trionfo le loro ceneri — ha scritto Maurizio Caserta — così hanno fatto Bianco e Crocetta che hanno scelto (venerdì, ndr) piazza Bellini, proprio davanti al Teatro mortificato nella sua attività dai tagli decisi dal Governatore in carica, per presentare le liste dei candidati della coalizione che sostiene l’ex senatore ed ex sindaco Enzo Bianco. Sembrava più una presentazione di liste di Raffaele Lombardo considerato l’alto numero di candidati e alleati provenienti dall’ex Mpa». In serata la replica, affidata al consigliere uscente — e ricandidato Pd — Lanfranco Zappalà: «Sul Teatro Massimo basterebbe chiedere ai dipendenti se considerano Bianco un nemico dell'ente lirico catanese, oppure un punto di riferimento. Il Teatro sta programmando la sua attività anche grazie agli interventi che Bianco ha compiuto in queste settimane e ha ottenuto dal governo regionale la possibilità di incrementarla. Fa sorridere poi il riferimento su Lombardo, proprio da chi, come Caserta, è stato nominato dall'ex governatore nel Cda della fondazione Banco di Sicilia. Se a questo aggiungiamo anche il feeling con Stancanelli, da cui è stato nominato coordinatore degli Stati Generali, Caserta farebbe bene a pensare alle proprie recenti frequentazioni politiche e ai posti di sottogoverno ricevuti».
Dalla coalizione che sostiene l’ex senatore del Partito Democratico, infine, sono arrivate ieri nuove accuse sullo stato dei conti comunali. Orazio Licandro, leader locale dei Comunisti italiani, ha parlato di «opacità» nei bilanci di Palazzo degli Elefanti asserendo che esiste «una tonnellata di atti pubblici, ispezioni ministeriali e pronunce dei giudici contabili, relazioni dei revisori dei conti e sentenze della magistratura ordinaria» a indicare il mancato risanamento. «Il Comune è moroso, non paga l'Enel, non paga fornitori, non paga le cooperative sociali — sottolinea Licandro — Ha varato un piano di predissesto che significa non avvenuto risanamento. Se si vogliono dare i numeri, li aspettiamo con ansia. Noi diamo i nostri: l'indebitamento è oltre 800 milioni di euro».

Caricamento commenti

Commenta la notizia