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Catania, all’appello meno diecimila alunni: prof con le valigie

CATANIA. "La situazione scolastica a Catania è disastrosa. Oltre 10 mila alunni in meno perché si fanno meno figli. E meno alunni vuol dire meno posti di lavoro. Di conseguenza è ripresa l'emigrazione al Nord da parte degli insegnanti" E' quanto ha affermato ieri Pippo Denaro, segretario generale della Cisl Scuola di Catania, durante l'incontro formativo "Agenda Scuola: ripartire con responsabilità - Dirigenti, docenti e Ata protagonisti del cambiamento". All'incontro hanno partecipato Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola nazionale, Raffaele Zanoli, vice direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale della Sicilia, Rosaria Rotolo, segretaria generale Cisl Catania, Vito Cudia, segretario generale Cisl Scuola Sicilia e Dino Caudullo, legale del sindacato. Un incontro in cui si è discusso di precariato scolastico. "Negli ultimi anni abbiamo perso - spiega Denaro - circa 5 mila posti di lavoro. Stiamo parlando di precari storici e non di precari che lavorano cinque-dieci giorni l'anno. I precari che non lavoreranno mai sono circa 20 mila. Di questi, calcolando i tre gradi scolastici e l'organico che si occupa di sostegno, circa 3 mila riusciranno a lavorare". "Prima in Veneto - spiega Scrima - le domande di collaboratore scolastico arrivavano dalla Sicilia e principalmente da Catania. Oggi con la crisi e con i licenziamenti la totalità di queste persone fa domanda anche per diventare supplente o bidello. Ruoli a cui prima non ambivano". Si è discusso anche di tempo pieno e di diritto allo studio. "Il tempo-scuola si è ridotto. La Sicilia ricopre solo il 4% per quanto riguarda il tempo pieno. Contro il 44% della Lombardia" afferma Denaro. E sottolinea: "In altre regioni siamo già alla terza edizione della legge per il diritto allo studio, mentre in Sicilia tutto tace. Questa legge permetterebbe di contrastare la dispersione scolastica, rafforzare le competenze degli studenti e creare la necessaria sinergia tra istituzioni, famiglie e mondo del lavoro perché senza scuola non c'è progresso". Una scuola siciliana che ha bisogno di molte cose. "Sarebbero necessarie - hanno affermato Scrima e Cudia - "opere di riqualificazione degli edifici, attrezzature didattiche e digitali per rendere le scuole più attrattive e un potenziamento della qualità dei servizi e delle strutture per una maggiore inclusione sociale delle risorse umane". "Dobbiamo rimettere tutto in discussione per favorire una crescita produttiva dei nostri giovani" conclude la Rotolo.

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