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Bufali fantasma, condanna milionaria a Catania

CATANIA. Stangata da un milione 224 mila euro a carico dell'imprenditore Vittorio Grasso. Dovrà risarcire la Regione siciliana perché, stando a una sentenza della Sezione giurisdizionale della Corte dei conti, avrebbe indebitamente percepito contributi per la "Azienda Agricola Associata Allevamento Bufalo Mediterraneo Sicilia" nella ex "Fattoria Sole" di contrada Passo Martino. Grasso, che è originario di Cerami nell'Ennese, era stato chiamato in giudizio con un socio e con due funzionari dell'Ispettorato provinciale dell'Agricoltura di Catania, tutti assolti. Il giudizio di primo grado, depositato nei giorni scorsi, è stato pronunciato dalla sezione presieduta da Tommaso Brancato. Vittorio Grasso, amministratore unico della "Bufalo Mediterraneo", aveva ottenuto dall'assessore regionale Agricoltura e Foreste un finanziamento per spese di ristrutturazione aziendale, ma - si legge nella sentenza - nel corso di un'ispezione di funzionari della presidenza della Regione, nel 2008, erano state «accertate diverse irregolarità». Tra queste, anche il numero dei capi di bestiame: non 434, come dichiarato, ma appena 34. Indagini della Guardia di finanza, inoltre, avevano messo in evidenza come «i lavori erano stati interamente forniti e fatturati dalla cooperativa Multivalori di Paternò, il cui legale rappresentante era lo stesso Vittorio Grasso». E ancora sarebbe emersa «la falsità della certificazione sanitaria, dell'autorizzazione di agibilità e abitabilità dell'insediamento, oltre quella della perizia tecnica attestante l'assenza di pregiudizi statici, redatta peraltro da Grasso Vittorio che non aveva la qualifica di perito agrario, essendosi attribuito indebitamente tale titolo». L'imputato si è difeso affermando che «le opere, seppure deteriorate, erano state realizzate» e sollevando alcune eccezioni di inammissibilità, tutte respinte dai giudici contabili.

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