CATANIA. È stata rinviata al prossimo 8 novembre, davanti a una Corte d'appello con altra composizione, l'udienza per le misure preventive patrimoniali e personali nei confronti dell'imprenditore Sebastiano Scuto per la presunta «pericolosità sociale» dell'ex re dei supermercatì in Sicilia . Il ricorso contro la decisione del Tribunale di rigettare, in primo grado, la richiesta era stato depositato dal sostituto procuratore generale Gaetano Siscaro. Ieri il Tribunale del riesame di Catania, presieduto da Maria Grazia Vagliasindi, con tre diversi provvedimenti, ha annullato una parte del sequestro di beni dell'imprenditore disposto, il 18 aprile scorso, dalla Corte d'appello di Catania che ha condannato Scuto a 12 anni di reclusione per associazione mafiosa. Il sequestro preventivo, eseguito il 15 maggio scorso dal nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza, era stato disposto dalla prima sezione penale della Corte d'appello su richiesta del Procuratore generale, Giovanni Tinebra. Sigilli sono stati posti a beni per diverse centinaia di milioni di euro. Il dissequestro riguarda una piccola parte del patrimonio. In primo grado, il 16 aprile del 2010, la seconda sezione penale del Tribunale di Catania aveva assolto Scuto dall'accusa di avere gestito a Palermo centri commerciali in comune con i boss Bernardo Provenzano e i fratelli Lo Piccolo. La difesa dell'imprenditore ha sempre sostenuto che il 're dei supermercatì in Sicilia avrebbe agito da «vittima di estorsioni da parte delle mafia» e che «pagava il clan per evitare ritorsioni personali».