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Catania, discariche abusive: mancano i fondi per la lotta

CATANIA. Discariche abusive fuori controllo in terra d'Etna e «monumenti» all'Eternit in attesa di bonifica. Se n’è parlato ieri nel corso della trasmissione di Radio Giornale di Sicilia «Ditelo a Rgs», in onda dal martedì al sabato tra le 7.15 e le 9 anche su Tgs, canale 15 del digitale terrestre.
Sugli immondezzai a cielo aperto, decine in tutto il territorio catanese, era intervenuta un anno fa la Polizia provinciale con un sistema sperimentale di videosorveglianza che aveva portato alla scoperta e alla denuncia di alcuni «scaricatori selvaggi». Per avviare in modo definitivo il progetto, l’amministrazione sperava in un finanziamento ministeriale che, però, non è mai arrivato: «Quei fondi non ci sono stati concessi, ma stiamo comunque procedendo con mezzi propri», afferma il dirigente Salvatore Raciti, che assicura massima attenzione non solo sulle strade ma soprattutto nelle riserve naturali. Ad esempio, nell’Oasi del Simeto.
Aspettando altre telecamere e servizi di controllo, piccole (e grandi) discariche abusive crescono. Un pò ovunque. Il luogo-simbolo dello sfregio all’ambiente, però, è concentrato nell'ex polo delle cartiere sul lungomare di Fiumefreddo di Sicilia. I capannoni di quelle che furono la Keyes, la Sicilcarta e la Siace sono autentici giacimenti di amianto a pochi passi da spiagge affollatissime. Già sottoposte a sequestro dalla magistratura, quelle aree attendono di essere risanate, sempre che si trovino le non poche risorse necessarie. L'ex Siace, peraltro, fu acquistata dalla Provincia negli anni Novanta: dicevano che li’ sarebbe nato un Parco Tematico, invece è sempre un vastissimo luogo a rischio di cui l’ente non sa davvero che farsene. Soldi pubblici buttati in un girone infernale.

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