CATANIA. L'ex presidente della Regione Raffaele Lombardo e suo figlio Toti, deputato all'assemblea regionale siciliana, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere nell'ambito dell'inchiesta avviata dalla Procura di Catania in cui sono indagati, assieme ad altre tre persone, per voto di scambio. I due esponenti politici hanno notificato questa loro decisione ai pm per iscritto. A dare il via all'inchiesta al cui centro ci sono le regionali in Sicilia del 2012, sono state le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. La squadra mobile della Questura di Catania ha eseguito intercettazioni ambientali e telefoniche e ascoltato in particolare uno degli altri indagati, Ernesto Privitera. A lui, secondo l'accusa, Toti al telefono, e Raffaele Lombardo di presenza, avrebbero assicurato delle assunzioni in un'impresa privata per la raccolta dei rifiuti in cambio di voti.