CATANIA. «Sono a disposizione della città, il mio nome per la Presidenza del Consiglio comunale non è una diceria. E il sindaco non esclude questa ipotesi, anzi. Ma non sarò certo io a rompere gli equilibri». Francesca Raciti, campione di preferenze nella lista Pd, conferma di essere in piena corsa per la ”poltronissima” dell'Aula di Palazzo degli Elefanti, che venerdì si riunirà per la prima volta. Se riuscisse nell'impresa, Raciti dimostrerebbe innanzitutto che i suoi cinque anni di lavoro da presidente della commissione Pari opportunità non sono trascorsi invano: perché lei ”rischia” di diventare la prima donna alla guida dell'Assemblea cittadina. Alla Provincia era riuscita Diana Sasso a rompere il tabù. In Comune, nessuno mai. Almeno, sinora. Un "maschietto", intanto, ha rinunciato ormai da un paio di settimane alla candidatura: «Ho letto sui giornali - commenta Raciti - che Sebastiano Arcidiacono (ex assessore Mps, ora in Articolo 4, ndr) ha fatto un passo indietro, non so perché. Poteva essere un buon nome».
Aspettando che gli "equilibri" siano raggiunti - «io, però, non ho ancora parlato con nessuno al di fuori del mio partito» - Francesca Raciti si gode, a 32 anni, il proprio successone elettorale: «Certo, fa un bell'effetto essere stata la più votata nel Pd. Significa che la mia attività e' stata apprezzata in questi anni, anche se è ovvio che si può fare sempre di più e meglio». A proposito di cose da fare meglio, l'esponente di maggioranza mostra di avere ben chiara l'agenda delle priorità consiliari: «Il Piano regolatore va approvato, senza se e senza ma. Deve esser migliorato, ma non servono certo anni. Comunque, non si può sempre ricominciare da capo. La città, inoltre, attende un rilancio di commercio e turismo. Ad esempio, si potrebbe cominciare col rendere sempre fruibile il nostro patrimonio artistico e archeologico. Servono orari a misura di turista, magari impiegando a questo scopo i precari». Molti propositi, tanta buona volontà. Si deve, però, fare i conti con le casse vuote dell'ente locale: «Il problema c'è, la situazione è forse peggiore di quanto ci si potesse aspettare - commenta la rappresentante del Pd - Certo è che il risanamento non c'è stato. Enzo Bianco, adesso, s'è messo sin dal primo giorno al lavoro per rimettere in piedi Catania. Di livello è anche la Giunta, formata da elementi esperti e competenti come Marco Consoli e Salvo Di Salvo (entrambi ex Mpa, ora in Megafono e Articolo 4, ndr). Qualche mese fa, non mi sarei aspettata di ritrovarmeli in questa maggioranza, ma le campagne elettorali servono pure a questo». Infine, una battuta sul "cambio pagina" in Aula: «Stavolta, più trasparenza sulla produttività dei consiglieri. Presenze e partecipazione al voto. Se in passato mancava troppo spesso il numero legale, non era colpa nostra ma della maggioranza di centrodestra». Adesso, però, tocca al centrosinistra dirigere le danze.