CATANIA. L'Azienda sanitaria provinciale di Catania ha avviato accertamenti su eventuali iperprescrizioni da parte di medici di famiglia. Verifiche sono in corso sui farmaci 'inibitori pompa', per controllare la quantita' di scatole prescritte ai pazienti oltre la soglia consentita dal regolamento. I medici di famiglia potranno presentare controdeduzioni per spiegare e motivare le eventuali prescrizioni eccedenti. In caso contrario dovranno rimborsare quest'ultima la spesa all'Asp. La notizia dell'avvio degli accertamenti ha trovato conferma all'Asp e in fonte sindacali della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg).
Sulla vicenda è intervenuto, con una nota, il Codacons, che definisce ''molto grave quanto sta accadendo in questi giorni ai medici di famiglia''. L'associazione di consumatori ''giudica la condotta dell'Asp di Catania molto grave, lesiva e vessatoria dei diritti del medico e dei pazienti. Infatti a seguito di tali minacce ciascun medico potrebbe assumere un comportamento difensivo tale da limitare o evitare tali prescrizioni. Chi ne subisce i danni è ovviamente il paziente che sarebbe più soggetto a malattie anche gravi''. Il Codacons annuncia che ''è pronto a fianco dei medici di famiglia per dare inizio a una battaglia legale civile e penale che coinvolgerebbe ovviamente anche l'assessorato Regionale alla Sanità''.
Ricettari medici 'razionati' a Catania per i dottori di famiglia. Lo segnala la Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg), evidenziando che ''ogni giorno bisogna fare la fila per averne due'', ma che adesso stanno per salire a 10. Il problema, ricostruisce Domenico Grimaldi, segretario provinciale della Fimmg etnea, riguarda soltanto il distretto di Catania ed è legato all'aggiornamento del sistema informatico nazionale, e non è dovuto all'Asp. Il dato certo è che le scorte si stanno esaurendo, ma il problema potrebbe essere in via di risoluzione.
''Abbiamo chiesto - rivela Grimaldi - di utilizzare quelli 'impolverati' e inutilizzati dei distretti periferici o degli ospedali e delle università per fare fronte all'emergenza''. Emergenza che permette alla Fimmg di riaprire una vecchia ''ferita'': le prescrizioni nelle strutture pubbliche. ''Tutti gli attori del settore sanitario non utilizzano il ricettario in 'rosso' - spiega Grimaldi - ma il medico ha l'obbligo legale a prescrivere su ricettario 'rosso'. Così approfitta della sua autorità per fare due ore di fila ai pazienti e scarica i costi dell'ospedale sui budget dei medici di base. Chiediamo che assolutamente i medici ospedalieri e universitari - sottolinea il segretario della Fimmg - vengano costretti ad adempiere alla legge: scrivere su ricettari 'rossi'. L'Asp ha mandato una diffida, ma è un problema che deve risolvere la Regione Siciliana. Abbiamo chiesto un intervento all'assessore alla Sanità Lucia Borsellino - conclude il dottore Grimaldi - si è impegnata a intervenire. Speriamo sia così...''.
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