CATANIA. Morire all'alba a pochi secondi dal sogno che si realizza, con il viaggio della speranza che diventa tragedia. La voglia di toccare terra ha tradito sei giovani migranti che sono annegati a 15 metri dalla spiaggia della Plaia di Catania. Erano con altri 94 extracomunitari, tra siriani e egiziani, su una piccola imbarcazione in legno che si è arenata su una secca. Sei tra i più giovani, cinque poco più che 20enni e un ragazzino di 13-15 anni, hanno pensato di scendere, di correre verso la mèta agognata, credendo che il fondale fosse basso, si toccasse, ma non hanno fatto i conti con l'acqua alta, annegando perchè non sapevano nuotare.
I primi due corpi, trascinati dalla corrente, sono arrivati sulla battigia del lido Verde. E il gestore, il friulano Aldo Monteforte, è stato il primo a dare l'allarme, dopo avere visto una ventina di extracomunitari bagnati nello stabilimento. Sul posto sono arrivate le forze dell'ordine e personale del 118. Quattro persone sono state portate a riva: i medici hanno tentato di rianimarle, ma senza successo. I sei corpi sono stati tutti adagiati sulla battigia, coperti con lenzuola termiche, e poi trasferiti nell'obitorio dell'ospedale Garibaldi. Il gestore del lido ha deciso di chiudere lo stabilimento per due giorni per lutto e rispetto per i morti. Una giornata di lutto cittadino è stata proclamata dal Comune di Catania per mercoledì prossimo, giorno in cui ci potrebbero essere i funerali.
Gli altri extracomunitari sono stati condotti nella sede della guardia costiera e il peschereccio trainato nel porto di Catania, e ormeggiato accanto a una delle tre navi da crociera dalle quali sono sbarcati oltre 10mila croceristi, ignari della tragedia che si era consumata non lontano da loro. I migranti sono stati rifocillati e assistiti, perchè provati dal viaggio e senza scorte alimentari. Tra loro c'erano 55 minorenni, comprese tre ragazzine. Diciassette di loro non sono accompagnati da adulti e saranno affidati a centri idonei. C'erano anche 5 donne, una delle quali incinta, e 34 uomini. Un neonato di 7 mesi è stato ricoverato nel pronto soccorso dell'ospedale Garibaldi, perchè disidratato, ma non è in pericolo e la madre lo ha raggiunto nel nosocomio.
Sullo sbarco e sulla morte dei sei giovani la Procura di Catania ha aperto un'inchiesta per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e omicidio colposo plurimo. Si cerca di capire se ci sono 'scafistì tra i sopravvissuti e da dove siano partiti i naufraghi, anche perchè l'approdo a Catania è anomalo, visto che la città non è tra le rotte tradizionali per raggiungere la Sicilia. Tra le ipotesi al vaglio degli investigatori quella che ci sia stata una 'nave madrè che abbia lasciato l'imbarcazione al largo dell'Isola. Tecnica diversa da quella seguita da 57 siriani approdati a Siracusa. Erano su un barcone a 65 miglia a sud di Capo Passero e sono stati soccorsi con una motovedetta veloce della Guardia costiera. C'erano 24 donne, 7 uomini e 26 bambini. Tra i migranti anche un disabile e un politraumatizzato. Sei sono stati trasferiti all'ospedale Umberto I per accertamenti. Sulla tragedia di Catania il presidente della Camera Laura Boldrini osserva che «il Mediterraneo ha già contato migliaia di morti» ed auspica che l'approdo alle pendici dell'Etna sia per i sopravvissuti «l'inizio di un nuovo percorso di vita».
«La tragedia avvenuta oggi - dice il ministro dell'Interno Angelino Alfano - ripropone con forza la necessità di fermare i mercanti di morte». Il titolare del Viminale chiede poi una «collaborazione più attiva» all'Unione europea non solo con l'Italia ma anche con i paesi d'origine dei flussi migratori, «per evitare di assistere ad altre morti». Il ministro per l'Integrazione, Cècile Kyenge, ritiene «necessario avviare una forte pressione sull'Europa affinchè si mettano in campo reali ed efficaci politiche che permettano al nostro Paese di non essere solo nell'affrontare la drammatica situazione». Marco Furfaro di Sel invita il governo «a cancellare la Bossi Fini e il reato di clandestinità, perchè le uniche cose che hanno prodotto sono solo tragedie e morti». Per il vice segretario del Carroccio, Matteo Salvini, «la coscienza sporca ce l'hanno quei buonisti che fanno pensare a questa povera gente che in Italia ci siano posto, lavoro, futuro e speranza per tutti. Vergogna». L'Unicef ricorda a tutti di «aprire occhi su emergenze dimenticate» e per la Cri «sono urgenti nuove politiche sull'accoglienza».
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