CATANIA. Se vi rifilano un mobile in «noce Tanganika» spacciandolo su catalogo per «pino di Svezia», avete diritto a essere risarciti. Quattrocentocinquanta euro è la cifra che un'azienda cittadina, per sentenza del giudice di pace Giuseppina Cocimano, dovrà pagare a una coppia di catanesi difesa dall'avvocato Maurizio Mariani per conto della Confconsumatori. Il mobilificio è stato pure condannato a riprendersi il pezzo d'arredamento, «corpo del reato».
I malcapitati acquirenti s'erano rivolti all'associazione consumatori dopo avere inutilmente contestato ai venditori la difformità del prodotto che, dopo il saldo, era stato loro consegnato a domicilio. Difficile, d'altronde, non accorgersi della differenza tra la «noce Tanganika», che cresce nelle foreste umide dalla Costa d'Avorio al Kenya, e il «pino di Svezia». I due legni, peraltro, sono opposti nella classificazione commerciale: «duro» il primo, «tenero» l'altro. Il giudice, quindi, non ha avuto dubbi e ha condannato la ditta: «Ancora una sentenza in materia di garanzia post vendita — sottolinea Carmelo Calì, presidente di Confconsumatori Sicilia — che si aggiunge alle numerose altre vittorie ottenute dalla nostra associazione. È stata, inoltre, rigettata la consueta eccezione del venditore, che s'era dichiarato estraneo invitando il cliente a rivolgersi alla casa produttrice». Calì aggiunge: «La sentenza si aggiunge alle altre che hanno visto riconoscere i diritti dei consumatori nei problemi di conformità riscontrati con telefonini, macchine fotografiche, depuratori di acqua domestici, automobili, aspirapolvere e pulisci tappeti. Una serie di pronunce che, dopo la prima ottenuta nel 2005, consolidano la giurisprudenza in materia. L'esperienza acquisita ha già permesso la pubblicazione del nostro manuale su Beni di consumi e Garanzia post-vendita. È stata così superata l'impostazione tradizionale che riconosceva solo l'anacronistica garanzia del Codice Civile».
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