CATANIA. «La Procura impugni la decisione del Gip: non è possibile che non è stata eseguita l'autopsia sulla vittima, e l'indagato per la sua morte sia già agli arresti domiciliari». Lo afferma l'avvocato Giuseppe Lipera che assiste i genitori e i fratelli Giuseppe Giuffrida, 22 anni, deceduto ieri per i postumi delle ferite procurate da un colpo di pistola sparato il giorno prima da una guardia giurata di 34 anni, Graziano Longo Minnola, durante una lite avvenuta nei Mercati agroalimentari Maas. Il Gip Rosa Alba Recupido ha disposto i 'domiciliarì per l'indagato, che era stato arrestato da carabinieri. La Procura aveva chiesto la custodia cautelare in carcere.
«A meno di 48 ore dall'efferato delitto, mentre la salma del giovane Giuffrida attende all'obitorio di essere sottoposto ad autopsia - osserva il legale - l'uomo che gli ha sparato è già agli arresti domiciliari. I suoi genitori e i suoi fratelli dovranno attendere lunedì 7 ottobre per poterlo piangere, per rivedere il suo corpo. Di contro la guardia giurata indagata è già a casa, sicuramente circondata dai suoi affetti». «Provano rabbia e sdegno i genitori ed i fratelli del giovane - chiosa il penalista - che oggi, nel giro di 24 ore, è stato ammazzato per la seconda volta, crudelmente ed inutilmente».
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