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Catania, buco di bilancio. La parte civile: «200 mila euro di risarcimento»

CATANIA. Duecentomila euro di risarcimento e la conferma della sentenza di primo grado. E' stata questa la richiesta, presentata ieri, da parte dell'avvocato Enzo Guarnera, in rappresentanza di Cittàinsieme, parte civile al processo sul "buco di bilancio" al Comune di Catania. Di diverso avviso, invece, il legale di Palazzo degli Elefanti, Agata Barbagallo, che ha chiesto la conferma della richiesta del procuratore generale, cioè l'assoluzione, per la delibera del dicembre 2005, e la conferma della condanna, decisa nell'ottobre 2011, per il bilancio approvato a maggio del 2006.


Guarnera rivolgendosi alla Corte d'Appello, presieduta da Salvatore Costa, a latere Riccardo Pivetti e Antonio Giuttari, ha detto che "la sentenza di primo grado ha ricostruito con puntualità i fatti e per questo va confermata. Che il bilancio sia stato confezionato in un certo modo era consapevolezza diffusa tra chi lo ha approvato". Niente mezzi termini, dunque, per il legale dell'associazione che ha ribadito come alcuni atti "possono essere formalmente ineccepibili ma sostanzialmente nascondono falsità. Alcuni importi ipotetici servivano a coprire dei buchi.


Fin dal 2004 Cittàinsieme ha posto l'attenzione sul preoccupante stato delle casse comunali che hanno danneggiato la vivibilità, facendo venire meno anche alcuni servizi necessari". A tutto questo, secondo l'esposizione fatta in aula, bisogna aggiungere gli ulteriori danni che la città ha subito, come conseguenza dei fondi concessi dal governo, per la realizzazione di alcune opere che non vedranno la luce, perché utilizzati per coprire i disavanzi. Per questo motivo, Guarnera ha indicato come verranno impiegati, eventualmente, i 200 mila euro richiesti: per villa Fazio a Librino e per gli asili nido della città.


Imputati, con l'accusa di falsità ideologica in atto pubblico continuata e aggravata in concorso, sono l'ex ragioniere generale del Comune, Vincenzo Castorina, l'ex sindaco Umberto Scapagnini, gli assessori della giunta che hanno approvato la delibera nel dicembre 2005 Giuseppe Arena, Francesco Caruso, Stefania Gulino, Santo Ligresti, Giuseppe Maimone, Salvatore Santamaria, Giuseppe Siciliano, Nino Strano e Gianni Vasta, gli assessori che hanno approvato la delibera nel maggio 2006 Giuseppe Arena, Francesco Caruso, Filippo Drago, Mario De Felice, Santo Ligresti, Giuseppe Maimone, Domenico Rotella, Giuseppe Siciliano, Gianni Vasta e Giuseppe Zappalà.


In primo grado tutti erano stati condannati con pene tra i 2 anni e 3 mesi e i 2 anni e 9 mesi. Mercoledì scorso, durante la requisitoria, il pg Giulio Toscano, ha chiesto l'assoluzione per la delibera del 2005 e la condanna, oltre l'interdizione dai pubblici uffici, ad un anno e sei mesi per Caruso e Castorina e ad un anno per gli altri assessori che approvarono la delibera nel 2006.

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