Catania

Giovedì 28 Novembre 2024

Scommesse, ecco il report

CATANIA. E' di oltre 17 miliardi di euro l'ammontare delle giocate degli italiani in un anno, sul circuito legale, che corrisponde all'1% del Pil. Di questa cifra circa il 50% finisce all'Erario. Gli occupati nel settore sono circa 220.000, in gran parte diplomati e laureati, con una percentuale di personale qualificato sempre più crescente. Nel 2004 gli occupati contrattualizzati erano appena 2.000, nel 2009 ben 20.000: una crescita, quindi, esponenziale sul territorio nazionale. Solo il 5% delle aziende dell'industria del gioco e dell'intrattenimento, però, è al Sud. Il "sistema gioco", quindi, rappresenta un settore importante dell'economia, in costante crescita e regolamentazione, soprattutto da quando, nel 2.000, si è andati verso un adeguamento del quadro normativo che era fermo al 1948.
Questi dati, la fotografia della situazione attuale e il possibile sviluppo, sono stati analizzati nel corso di un'incontro organizzato da Confindustria Catania con Massimo Passamonti, presidente Confindustria Sistema Gioco Italia; Giovanni Emilio Maggi, vicepresidente; Immacolata Romano, membro del direttivo, Maria Paola Ferro, dirigente del Dipartimento Attività sanitarie e Osservatorio Epidemiologico dell'Assessorato regionale alla Salute, e da Pieremilio Vasta, presidente della Conferenza dei Comitati consultivi delle Aziende sanitarie della Regione Siciliana. Il "gioco d'azzardo patologico", infatti, ormai da anni viene censito e curato, come una patologia simile alla tossicodipendenza.
"Confindustria ha preso coscienza dell'importanza del settore, dal punto di vista economico, occupazionale e sociale - ha sottolineato Massimo Passamonti - per questo abbia redatto un Piano regolatore del gioco, già presentato al Ministero dell'Economia e alla Camera, che punta a consolidare il mercato escludendo l'ampliamento dell'offerta dei giochi; la qualificazione degli operatori, riducendo le macchine e i punti di distribuzione e garantire gli utenti".
Resta il problema del gioco illegale che, al Sud, resta particolarmente diffuso con un fatturato stimato di circa il 50% di quello regolare.

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