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Cara di Mineo, immigrati lanciano pietre contro polizia: un arresto

MINEO. E' un 28enne originario del Gambia, Mahomuod Diallo, il migrante arrestato ieri dalla polizia durante gli scontri avvenuti all'esterno del Centro accoglienza richiedenti asilo di Mineo. L'uomo, bloccato da agenti della squadra mobile e della divisione anticrimine, è accusato resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e danneggiamento aggravato, in concorso con persone da identificare. Il 28enne avrebbe fatto parte del gruppo di extracomunitari che hanno lanciato sassi contro forze dell'ordine e automobilisti. In particolare è accusato di lanciato alcuni sassi che colpivano, danneggiandola, un'autovettura in servizio della polizia. L'uomo è stato condotto nel carcere di Caltagirone.


LA GUERRIGLIA.
La gioia di chi arriva nella terra della speranza, la rabbia che diventa violenza, con atti di guerriglia, di chi ritiene l'isola sia diventata una prigione. Lo sbarco sulle coste e il sogno che sembra diventare realtà, e chi da mesi attende un permesso che non arriva e vive un incubo. Sono le facce, antitetiche, di uno stesso fenomeno: gli sbarchi di immigrati in Sicilia, che proseguono senza sosta. Quasi  36.000 nel 2013, oltre 500 nelle ultime 24 ore, per un bilancio destinato a salire.    
Nella notte in 93 sono arrivati a Portopaolo di Capo Passero, davanti la spiaggia della 'catena di solidarieta« del 15 agosto scorso. Altri 250 sono sbarcati a Siracusa fuggendo da guerre e devastazioni, salvati nel Canale di Sicilia dalla Marina militare e dalla Guardia costiera assieme a un barcone con altri 200 migranti.
Tra quelli arrivati a Siracusa ci sono anche Hammad, una bimba nata quattro giorni fa durante la traversata, una donna incinta e i genitori e la sorella di un siriano che da due anni vive in Canada e con un telefono satellitare ha seguito il viaggio unendosi, felice e commosso, alla sua famiglia. Ma c'è anche chi da mesi attende di poter andare via e vede nei rinvii della concessione del permesso di soggiorno una costrizione nel dovere rimanere dove non si vuole: in Italia, la meta è il nord Europa.
C'è una commissione che valuta una decina di casi al giorno, 4 volte a settimana. E nel Centro accoglienza richiedenti asilo (Cara) di Mineo sono oltre 4.000 i migranti. Soffrono per i tempi lunghi nel riconoscimento dello status di rifugiato politico. Il 'pezzo di cartà che permetta loro di realizzare il vero sogno: andare via.    
Da mesi si registrano disordini nel Cara e la strada statale Catania-Gela è stata più volte bloccata. Questa volta la protesta è sfociata in atti violenti contro le forze dell'ordine, ma anche contro automobilisti. La rivolta è scoppiata dopo le 8: diverse centinaia di migranti sono usciti dal Cara e si sono mossi in gruppo nelle strade attigue. Una decina ha assalito un'area di servizio danneggiando un'auto in sosta e colpendo anche un bus di linea extraurbana. Attorno al Cara si sono registrate scene da guerriglia: migranti nascosti che all'improvviso apparivano per assaltare i mezzi delle forze dell'ordine che hanno sparato fumogeni per difendersi nel tentativo di evitare il contatto. Poi massi lanciati sull'asfalto per impedire l'accesso alle strade.
La rabbia è esplosa anche all'interno del Cara, con i civili che sono stati fatti sgomberare, con danneggiamenti alla strutture e a due mezzi della Croce rossa. L'intervento delle forze dell'ordine e di centina di migranti che hanno 'mediatò alla fine ha avuto l'effetto di riuscire a riportare la calma. Non si sono registrati feriti; un extracomunitario è stato arrestato dalla polizia.    
Ma anche gli abitanti della zona protestano. Di loro si fa portavoce il sindaco di Mineo, Anna Aloisi, che chiede siano »garantiti accoglienza e sicurezza dei cittadini« ma anche che si evitino che i »migranti siano trattenuti oltre il necessario nel Cara, solo a causa della cattiva burocrazia».

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