CATANIA. L'Etna torna a ruggire e dà spettacolo. Lo fa a quasi sei mesi dall'ultima attività-lampo, registrata il 27 aprile scorso. Facendosi questa volta sentire e notare di più. L'eruzione è stata particolarmente spettacolare, osservabile da lontano: da Taormina, Catania e nel Siracusano.
Come un 'primo attore' di grande spessore, questa volta ha disatteso le fasi delle attività precedenti, che hanno avuto una esplosione improvvisa, conclusasi poche ore dopo. Stavolta lo spettacolo è stato un crescendo, quasi 'rossiniano'. Ha cominciato con una fase sismica, nel pomeriggio di ieri: il preavviso dell'avvio di un fenomeno stromboliano dal 'solito' cratere di Sud-Est nella notte. Boati sempre più forti e ravvicinati hanno fatto da prologo ad altri tre terremoti, di magnitudo compresa tra 2.2 e 2.8, che hanno preceduto l'esplosione, prima dell'alba, di fontane di lava, sempre più alte e violente, e evidenti da decine di chilometri.
Un 'aiutino', secondo alcuni studi, sarebbe potuto venire dall'energia prodotta dalla forte scossa di terremoto di magnitudo 7.6 che è stata registrata, alle 19.10 di ieri, in Giappone a 320 chilometri a est dall'isola di Honshu. Ma per gli esperti dell'Ingv di Catania l'eruzione dell'Etna ci sarebbe stata comunque.
Il materiale piroclastico ha svettato in cielo per centinaia di metri, ricadendo sulle zone sommitali del vulcano. Dalla stessa 'bocca' è uscita un'altissima colonna di cenere nera e gas, alta 2-3 chilometri, che, sospinta dal forte vento in alta quota, si è riversata sul versante sud-ovest del vulcano, ricoprendo di cenere i paesi alle pendici dell'Etna, a occidente di Catania. Un fenomeno che ha portato l'aeroporto del capoluogo a chiudere due dei quattro spazi aerei che delimitano l'Etna: atterraggi e decolli sono avvenuti dal mare. Una limitazione che ha comportato ritardi nei voli, ma ha permesso allo scalo di Fontanarossa di rimanere operativo. L'unico stop è avvenuto tra le 6 e le 7.10, per permettere di analizzare dimensioni e percorso della nube di cenere.
E anomalia rispetto alle altre eruzioni, questa volta il vulcano ha agito ha più 'voci': mentre dalla 'bocca' del Sud-Est c'è stato anche il trabocco di una colata lavica che, bene alimentata, si è diretta verso la desertica Valle del Bove, all'improvviso, poco dopo le 08.20, c'è stata anche l'emissione di cenere lavica dal cratere di Nord-Est, da oltre un decennio in silenzio. Poi all'improvviso, nel primissimo pomeriggio, lo stop dell'attività stromboliana dal cratere di Sud-Est, coinciso con l'arrivo di nuvole che hanno coperto la zona sommitale del vulcano. Il 'tremore' registrato dall'Ingv di Catania nei condotti magmatici interni è crollato. Un piccolo 'bis' con l'emissione di cenere continuata dal cratere di Nord-Est, per poi chiudere le 'tende'. La scena è postata su Twitter dall'astronauta catanese Luca Parmitano, che segue tutto dallo spazio. Lo spettacolo è finito. E tutto è rinviato alla prossima eruzione.
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