CATANIA. Animi esasperati, più volte i presenti alzano la voce. La platea del Teatro Massimo è piena di lavoratori che non prendono stipendio da tre mesi, novembre sarà il quarto. Al microfono si alternano i sindacalisti di Cgil, Cisl, Uil, Fials, Ugl, Libersind, Cisal.
Le proposte per possibili azioni di protesta valutate e accettate, almeno per il momento ma ancora in fase di organizzazione, sono diverse: l'assemblea permanente e cioè l'occupazione del teatro sembra la più accreditata, ma si parla anche di richiesta di dimissioni dei vertici del teatro, di manifestazioni a Palermo. Di certo è che sarà emanato un comunicato ufficiale nel quale i sindacati chiedono a tutta la classe politica catanese "di stare al loro fianco". "Chiediamo supporto anche al sindaco Enzo Bianco", sottolinea Aldo Ferrente segretario Fials.
Sulle dimissioni chieste a gran voce dai lavoratori dice: "Se la Regione non invia il contributo anche i vertici possono fare poco". E aggiunge: "Parte del nostro bilancio era vincolato al reintegro dei fondi dalla sanità, cosa poi avvenuta. Ora c'è il discorso del patto di stabilità che non si può non rispettare ma è giusto trovare soluzioni alternative".
Giovanni Pistorio, segretario provinciale Cgil, aggiunge: "Questo è un ente lirico legato alla Regione per statuto e parte del contributo serve per gli stipendi. Ma non è solo questo il problema, non si vede futuro. Non si può fare il cartellone, non si possono bloccare cantanti e musicisti. Non si può programmare. Dei 14 milioni di euro che si attendevano ne sono arrivati quattro e se è vero che i dieci sono in bilancio è anche vero che intanto la gente deve arrivare a fine mese".
Maurizio Attanasio segretario Cisl spiega: "Certamente andremo a Palermo e prenderemo serie iniziative. Le somme devono essere erogate perché altrimenti si decreta il blocco delle attività e questo significherebbe far morire il teatro". Intanto ieri, sulle dichiarazioni dei sindacati Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Fials Cisal, Libersind e Ugl Spettacolo, dopo l’incontro avuto con gli stessi, il commissario straordinario del Teatro Massimo Alessandra Di Liberto, tiene a precisare che nel corso dell’incontro “è stata rappresentata la difficoltà finanziaria della Regione relativa al Patto di stabilità, che con costante attenzione la stessa si sta impegnando a risolvere, che non permette al momento di versare al Teatro il contributo dovuto. A fronte di ciò le organizzazioni sindacali, anziché prenderne atto, hanno insinuato che il commissario agisse non per conto dell’ente ma di altre entità non meglio precisate. Questo, e solo questo, ha determinato la mia decisione di abbandonare la riunione”.
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