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Militello, profanata una cappella

MILITELLO. Profanata la cappella di famiglia di un esponente dell'antiracket di Militello; devastato il loculo. Nel mirino Danilo Dambone, 52 anni, rappresentante legale di Ambulatorio antiusura ed antiracket con sede ad Augusta (Siracusa), e sportello a Militello, attivo dal settembre 1998. La scorsa notte, ignoti hanno messo a soqquadro la tomba di famiglia eretta nella parte nuova del cimitero. A fare la macabra scoperta è stato il custode che nell'aprire il cancello di accesso al Camposanto si è trovato l’ungo il viale la bara del genitore di Danilo Dambone, morto all’età di ottantuno anni nel 2009. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Palagonia e della Stazione di Militello con i militari dell’Arma del Ris di Messina, coordinati dal tenente Tommaso Settimio I medici dell'Asp hanno dato il nulla osta per la nuova tumulazione del feretro. La cassa di zinco nella quale era riposto non è stata violata.


Con il favore delle tenebre, almeno due persone sono entrate nel cimitero e hanno divelto la porta in alluminio della cappella gentilizia. Indisturbati e con precisione certosina, hanno "svitato" la lastra marmorea del sacello e abbattuto il muretto in mattoni eretto a protezione del loculo. Terminata l'opera di smantellamento, è stata estratta la bara abbandonata all'esterno della cappella. Non paghi, i profanatori hanno quindi tolto la copertura del feretro ligneo per estrarne la cassa zincata che contiene le spoglie mortali di Giuseppe Dambone. All'interno della cappella non è stato toccato nulla delle suppellettili in oro zecchino e non sarebbero stati compiuti altri gesti vandalici.


Danilo Dambone, nato ad Augusta ma di origini militellesi, è noto per le sue attività antiracket. A Militello ha aperto tre "case-museo", mettendo in esposizione la sua collezione di mobili e suppellettili antichi. È anche il presidente dell'associazione Ver sacrum, attiva nell'organizzazione di eventi culturali.


"È una chiara intimidazione mafiosa. Mi si vuole fare capire - dice di avere preparato il posto per mio figlio, il quale porta lo stesso nome del nonno". La vittima aggiunge quindi una serie di minacce ricevute sia ad Augusta che a Militello e Scordia. "In alcune delle mie proprietà - dice ancora Danilo Dambone - ho trovato un gatto sgozzato, disegni inquietanti, ceri accesi e proiettili. Sul muro di una mia casa era stata apposta la frase "La mafia non esiste", con la parola "non" cancellata da una pittura rosso sangue. Sono consapevole di mettere a repentaglio la mia vita e quella di mio figlio, ma noi crediamo nei valori della legalità".


Il sindaco di Militello, Giuseppe Fucile: "È vergognoso. Sono atti meschini perpetrati da persone povere mentalmente e culturalmente".


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