CATANIA. Titolari di piccole imprese avrebbero utilizzato affiliati alla mafia per il recupero di presunti crediti vantati con terzi.
È quanto emerge da un' indagine dei carabinieri del comando provinciale di Catania, che stanno eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare per estorsione e rapina nei confronti di indagati ritenuti vicini alla cosca Laudani. Nove di loro sono stati arrestati. Tra i destinatari dei provvedimenti, richiesti dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura di Catania, anche alcuni imprenditori. All'operazione, attuata nella provincia etnea, hanno partecipato oltre un centinaio di carabinieri.
L'attività di indagine scaturisce da denunce presentate da alcune vittime di estorsioni stanche delle continue violenze e vessazioni.
La prima vittima, un imprenditore edile di Mascalucia, nel luglio del 2011, subì prima la rapina di un mezzo e successivamente una aggressione ad opera di due presunti affiliati al clan Laudani, Filippo Anastasi ed Antonino Fusco, tra gli arrestati, per costringerlo a pagare un presunto debito di 25 mila euro nei confronti dei piccoli imprenditori Giovanni Spina e Domenico Indelicato, anch'essi tra gli arrestati.
La seconda estorsione, consumata almeno fino al luglio del 2010, fu compiuta ai danni del titolare di una fabbrica di fuochi d'artificio di Santa Venerina, che fu avvicinato da altri tre
presunti affiliati alla cisca, anch'essi tra gli arrestati, Gianluca Partini, Stellario Fileti e Omar Scaravilli che lo derubarono di un grosso quantitativo di articoli pirotecnici posto sotto sequestro pretendendo il pagamento di 15 mila euro per tornare in possesso del materiale. La vittima fu costretta a pagare 8mila euro e a consegnare loro anche 17 bancali di fuochi d'artificio.
La terza estorsione fu commessa nel maggio del 2010 da Scaravilli ai danni di un imprenditore edile di Valverde, che fu costretto al pagamento di una somma iniziale per la 'messa a posto' di 9mila euro e successivamente a consegnare 600 euro al mese.
La quarta estorsione risale al maggio scorso ad opera di Scaravilli, Pellegriti e Nunzio Spanò, altro presunto affiliato al clan Laudani arrestato, ai danni di un imprenditoria dolciario di Bronte, che fu costretto con gravi minacce a ritirare una istanza di fallimento presentata nei confronti di una ditta, riconducibile ad uno di loro, nei confronti della quale vantava un credito di circa 400 mila euro. Nell'ordinanza si fa anche riferimento ad una aggressione ai danni del titolare di una trattoria compiuta da Scaravilli e Fosco per banali questioni riguardanti la prenotazione di un tavolo.