CATANIA. È stato un Consiglio comunale con un «pizzico» di tensione quello che si è svolto ieri pomeriggio a Palazzo degli Elefanti. Al centro della seduta - convocata con urgenza dal presidente Francesca Raciti - c'era, come ampiamente anticipato nei giorni scorsi l’esame della questione relativa ai regolamenti per l'applicazione della tassa sui rifiuti e sui servizi, la cosiddetta Tares, contro la quale si sono scagliati i dirigenti di Confcommercio, ritenendola iniqua, mentre dalla maggioranza si è fatto rilevare che si tratta di uno dei «barzelli» più bassi, che viene adottato da un comune dell’Isola.
Intorno alle diciotto - quando le discussioni in aula erano già iniziate da due ore - la riunione è stata interrotta a causa della rumorosa irruzione di circa una trentina di ex dipendenti della Ipi Oikos (Imprese Pulizie Industriali), il raggruppamento di imprese che si occupa della raccolta dei rifiuti nel Comune in città.
«Tutti noi abbiamo lavorato per la Ipi dal 2009 fino al dicembre del 2010 - racconta una delle partecipanti alla protesta - occupandoci del servizio di raccolta rifiuti porta a porta nella zona del centro storico. Poi l'appalto per il servizio di nostra competenza non è stato rinnovato. Ci ritroviamo disoccupati e senza stipendio da quasi tre anni. Siamo venuti a chiedere che si faccia qualcosa e continueremo a farci sentire finché l'amministrazione non si farà carico del nostro problema».
Gli ex dipendenti - che si sono poi trattenuti in aula per tutto il resto del Consiglio - avevano già effettuato questa sorta di blitz giovedì scorso, ottenendo la garanzia che la questione che li riguarda sarebbe stata sollevata il prima possibile. Dopo alcuni momenti di confusione e schiamazzi, la discussione sugli argomenti all'ordine del giorno sono potute riprendere regolarmente.
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