CATANIA. Due ordinanze di custodia cautelare sono state notificate in carcere da carabinieri di Catania al boss Alfio Laudani, 67 anni, capo dell'omonimo clan, e a Camillo Fichera, di 59, per cinque agguati di mafia, in cui sono morte complessivamente 7 persone, compiuti tra il 1984 e il 1993.
Le indagini dei militari dell'Arma sono state coordinate dalla Dda della Procura etnea, che si è avvalsa delle dichiarazioni dei 'pentiti' Giuseppe Maria Di Giacomo e Alfio Lucio Giuffrida.
L'inchiesta ha fatto luce sull'uccisione dell'ex pilota di auto da corsa Alfio Gambero, assassinato il 1 luglio del 1984 a Tremestieri Etneo perché ritenuto un 'cane sciolto' che danneggiava gli interessi del gruppo criminale. Due agguati sarebbero stati di 'pulizia interna': quello a Salvatore Gritti eliminato il 10 maggio del 1991, e il duplice omicidio, risalente al 20 del 1993, di Domenico Peluso e Camillo Caruso, perché ritenuti poco affidabili. Nell'ambito della guerra di mafia tra clan contrapposti sarebbero invece da inquadrare l'assassinio di Giovanni Piacenti, della cosca dei 'Ceusi' il 3 agosto del 1993 a Giarre, e dell'avvocato Salvatore Di Mauro e del suo segretario Francesco Borzì, il 24 giugno del 1993, nello studio legale di Catania, perché considerato dai Laudani l'artefice di strategie del gruppo della cosca rivale dei 'Puntina'.