CATANIA. Un tavolo permanente trilaterale, partecipato cioè da sindacato, impresa e istituzioni, è il primo obiettivo raggiunto dai sindacati nell’ambito della vertenza dell’hi-tech che a Catania vede in trincea i lavoratori della StMicroelectronics, insieme a quelli di Micron e 3Sun. Un comparto, quello della microelettronica, che a Catania conta oltre 4 mila addetti, tutti col fiato sospeso da qualche mese in attesa di conoscere le sorti delle tre aziende. Così, ieri a Catania circa 1500 lavoratori hanno manifestato in via Etna aderendo alla protesta congiunta promossa da Cgil, Cisl, Uil e Uglm - e dalle rispettive categorie metalmeccanici (Fiom, Fim, Uil, Uglm) – per condannare la volontà del governo italiano di vendere, o forse addirittura “svendere” per pochi euro – le proprie quote di St, società italo-francese. Di buon mattino, prima che il corteo sfilasse in centro, i segretari si erano incontrati con il sindaco Bianco che, nel garantire la sua presenza al MISE, il prossimo 11 dicembre, in occasione dell’incontro con i vertici aziendali ha spiegato come da tempo si sia attivato sotto il profilo istituzionale e politico perché il controllo della società non vada in mani francesi”. Un primo risultato parrebbe essere quello della vendita delle azioni alla Cassa depositi e prestiti. “E’ una ipotesi che circola in queste ore – dice Villari (CGIL), che auspica la presenza della Regione al vertice MISE - manterrebbe le quote statali, certo, ma non possiamo accontentarci”. Messa in sicurezza dell’occupazione e prospettive per tutte le aziende del comparto, saranno invece gli obiettivi del tavolo trilaterale secondo Rotolo (Cisl) che chiede «progetti, strumenti e impegni certi e verificabili da parte di tutte le parti coinvolte».