CATANIA. Primario del «Garibaldi» e senatore autonomista, ex manager dell’Azienda sanitaria provinciale, Antonio Scavone difende il piano regionale che dimezza i Pronto soccorsi in centro cittadino con l’ormai prossima nascita del «San Marco» a Librino ma rilancia: «La delocalizzazione degli ospedali è un’idea che nacque negli anni Ottanta con Raffaele Lombardo assessore comunale alla Sanità, delega che poi presi io quando lui fu eletto all’Ars. Quel piano, però, è valido solo a patto che si potenzi l’Emergenza del Garibaldi». È prevista in primavera la fine dei lavori nel «cronico» cantiere di Librino, dove ormai da decenni il nuovo ospedale è in lista d’attesa. Al «San Marco» dovranno traslocare personale e mezzi del «Vittorio Emanuele». Il responsabile del Pronto soccorso del «Garibaldi», l’ex amministratore cittadino Gianni Ciampi, ha più volte denunciato l’inadeguatezza della sua struttura a sopportare un carico di pazienti che lieviterà inevitabilmente tra pochi mesi: «Abbiamo bisogno di altro edificio, ben più ampio di quello attuale, e di un maggior numero di medici», aveva invocato Ciampi nei mesi scorsi. Finora, nessuna risposta concreta. Il senatore Scavone commenta: «Catania oggi ha la rete ospedaliera tra le più moderne d’Italia proprio grazie alle intuizioni di trent’anni fa. Una commissione regionale, cui partecipavano pure Comune e Università, elaborò quei progetti che pochi anni dopo ottennero i finanziamenti. Nascono così Cannizzaro, Nuovo Garibaldi e San Marco. Adesso, però, la politica faccia una energica programmazione assicurando opportune linee di finanziamento». «Il Pronto soccorso del Garibaldi — continua il parlamentare — va migliorato, anche se bisogna ricordare come oggi il Vittorio sia struttura di riferimento per i residenti di Librino. Quindi, all’apertura del San Marco, si recheranno lì e non al Garibaldi. So che i direttori generali stanno lavorando per una buona integrazione in vista della nuova realtà ospedaliera. Soprattutto, però, serve il potenziamento dei Pte, i Punti territoriali di emergenza, perchè i Pronto soccorsi possano gestire solo i pazienti in codice rosso».